24 aprile 2024
Sarkir
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Cos'è Sarkir (aceclofenac)
Sarkir è un farmaco a base di aceclofenac, appartenente al gruppo terapeutico Analgesici FANS.
A cosa serve Sarkir e perchè si usa
Trattamento sintomatico del dolore e dell'infiammazione nell'osteoartrite, artrite reumatoide e spondilite anchilosante.
Indicazioni: come usare Sarkir, posologia, dosi e modo d'uso
SARKIR 100 mg compresse rivestite sono intese per uso orale e devono essere ingerite con almeno ½
bicchiere di liquido. SARKIR può essere assunto con il cibo.
Adulti
La dose massima raccomandata è 200 mg al giorno in due dosi separate da 100 mg, una al mattino ed una alla sera.
Pazienti anziani
Generalmente non è necessaria una riduzione della dose, tuttavia occorre consultare le precauzioni nel paragrafo 4.4.
Bambini
La sicurezza e l'efficacia nei bambini e negli adolescenti non sono state accertate.
Insufficienza epatica
In pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata si raccomanda una dose ridotta di aceclofenac. La dose iniziale raccomandata è 100 mg al giorno.
Insufficienza renale
Non sono emerse evidenze cliniche tali da indurre una modificazione della dose di aceclofenac nei pazienti con lieve compromissione della funzionalità renale, ma si raccomanda cautela.
È possibile ridurre al minimo gli effetti indesiderati usando la dose più bassa per la minima durata necessaria a controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Sarkir
Aceclofenac è controindicato nelle seguenti situazioni
- pazienti con nota ipersensibilità all'aceclofenac o a uno qualsiasi degli eccipienti del medicinale
- pazienti nei quali si siano verificati, dopo assunzione di sostanze con azione simile (ad es. acido acetilsalicilico o altri FANS), accessi asmatici, broncospasmo, rinite acuta o orticaria oppure pazienti ipersensibili a questi farmaci
- pazienti con sanguinamenti attivi o disturbi da sanguinamento
- pazienti con anamnesi di sanguinamento o perforazione gastrointestinale, in relazione a terapia precedente con FANS
- pazienti con anamnesi di ulcera peptica/emorragia ricorrente o in fase attiva (2 o più episodi distinti di ulcerazione o sanguinamento comprovati)
- pazienti con grave insufficienza cardiaca
- pazienti con grave compromissione della funzionalità renale o epatica
- durante gli ultimi 3 mesi di gravidanza (vedere 4.6)
Sarkir può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
Non sono disponibili dati clinici relativi a donne gravide esposte all'uso di aceclofenac.
L'inibizione della sintesi delle prostaglandine può influire negativamente sulla gravidanza e/o sullo sviluppo embrio/fetale. Dati da studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi in seguito all'impiego di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazione cardiovascolare è aumentato da meno dell'1% fino a circa l'1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali la somministrazione di un inibitore della sintesi delle prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita pre- e post-impianto e della mortalità embrio-fetale. È stato inoltre segnalato un aumento dell'incidenza di varie malformazioni, anche cardiovascolari, in animali ai quali è stato somministrato un inibitore della sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico. L'aceclofenac non deve essere somministrato durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza a meno che non sia espressamente necessario. Nelle donne in attesa di concepimento oppure durante il primo e secondo trimestre di gravidanza l'aceclofenac deve essere somministrato alla dose minima e il trattamento deve durare il meno possibile.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:
tossicità cardiopolmonare (con chiusura precoce del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
disfunzione renale che può progredire in insufficienza renale con oligoidramnios.
La madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:
possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che si può verificare anche a dosi molto basse;
inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.
Di conseguenza, l'aceclofenac è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere 4.3 e 4.4).
Allattamento:
Non è noto se aceclofenac venga escreto nel latte materno. È opportuno decidere se continuare/sospendere l'allattamento oppure continuare/sospendere la terapia con aceclofenac tenendo presente i benefici dell'allattamento per il bambino e i benefici della terapia a base di aceclofenac per la donna.
Patologie correlate:
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Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico