Rimedi su misura

20 giugno 2008
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Nei soggetti allergici il contatto con la sostanza responsabile della malattia stimola la liberazione di istamina (nome chimico: 1H-imidazolo-4-etanamina), sostanza presente in tutti i tessuti del corpo, in particolare nella cute, nei polmoni e nella mucosa dell'apparato gastrointestinale. I recettori (strutture appartenenti al sistema nervoso, che servono a consentire la trasmissione di un messaggio) dell'istamina possono essere di tre tipi: i recettori H1 (presenti soprattutto nella cute, a livello dei bronchi, dello stomaco e dell'intestino), i recettori H2 (situati soprattutto a livello dello stomaco) e i recettori H3 (riscontrati prevalentemente a livello cerebrale). Quando si parla di antistaminici in rapporto alle allergie, quindi, ci si riferisce in particolar modo agli antagonisti dei recettori istaminci H1: farmaci in grado di bloccare questi particolari recettori dell'istamina, riducendo, così, la liberazione di istamina nel sangue del paziente. Essi vengono impiegati nella cura dell'eczema atopico, della congiuntivite allergica, della rinite allergica, dell'orticaria acuta e cronica, di alcune dermatosi allergiche e in tutte le malattie caratterizzate da una elevata presenza di istamina a livello di organi e tessuti. Sembrano essere inutili, invece, nel trattamento dell'asma bronchiale e nella terapia sintomatica del raffreddore comune. L'assunzione del farmaco può avvenire in varie forme farmaceutiche e sono generalmente bene assorbiti dal tratto gastrointestinale, sia per via orale, sia per via rettale. Va ricordato che nel caso dell'eczema atopico non devono essere impiegati antistaminici per via locale (almeno per i prodotti attualmente disponibili), perché potrebbero provocare delle dermatiti allergiche da contatto, favorite dall'esposizione alla luce solare (fotoallergie da contatto).

Come agiscono


Quando i recettori H1 sono stimolati dal contatto di un allergene (sostanza responsabile dell'allergia) si genera la liberazione di istamina con "risposta tripla" caratterizzata da: eritema locale per la dilatazione capillare, edema (gonfiore) locale per aumento della permeabilità capillare e arrossamento per vasodilatazione; inoltre, può verificarsi anche prurito e, in soggetti predisposti, gravi broncocostrizioni, motilità gastroenterica e un aumento della secrezione delle ghiandole salivari e bronchiali. Con i farmaci antistaminici anti-H1, quindi, si cerca di bloccare la liberazione di istamina nell'organismo del soggetto allergico bloccando l'azione dei recettori H1 e questo, oltre a bloccare la produzione di istamina, serve a mediare la contrazione dei muscoli lisci e gli effetti sui capillari.
L'azione del farmaco si ha, generalmente, dopo 15-30 minuti dall'assunzione e raggiunge l'effetto massimo entro 1 ora; dopo circa 3-6 ore cessa l'azione del farmaco, anche se esistono antistaminici con una durata d'azione più lunga. Una volta assunto il farmaco, pertanto, si ha in tempo breve una riduzione dell'arrossamento, dell'edema, del prurito e della broncocostrizione (naturalmente, solo se dovuta alla liberazione di istamina).
Per quanto riguarda gli effetti collaterali di questa classe di antistaminici, si sono registrati casi di anoressia, nausea, vomito, stipsi, diarrea, disturbi gastrici, debolezza muscolare, ridotta capacità di concentrazione e della vigilanza (evitare, quindi, di assumerli durante la guida!). In caso di somministrazioni eccessive, invece, si può generare secchezza della bocca, palpitazioni, costrizione toracica, ritenzione urinaria, disturbi visivi, convulsioni, allucinazioni, febbre, riduzione della capacità respiratoria, ipotensione (pressione bassa) e midriasi (dilatazione della pupilla).
Sono controindicati nelle persone che soffrono di ipertrofia prostatica o di glaucoma; al momento della prescrizione, quindi, è importante informare il medico nel caso in cui si soffra di questi disturbi o se si stanno assumendo altri farmaci, soprattutto se si tratta di antibiotici o di farmaci destinati al trattamento di infezioni da funghi (farmaci antimicotici), a causa delle pericolose interazioni.

Oggi la ricerca nel campo degli antistaminici ha portato alla realizzazione di nuovi prodotti (detti di 2a generazione), nati grazie all'analisi approfondita degli antistaminici tradizionali (di 1a generazione). Anche se si tratta di farmaci simili, non tutti svolgono la medesima attività; tutti, però, presentano degli effetti collaterali. E' importante, quindi, che la scelta e l'assunzione del farmaco avvengano sempre sotto controllo del medico; l'autoprescrizione di antistaminici è sicuramente sbagliata e potenzialmente dannosa.

Annapaola Medina



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