Circoncisione: qualche vantaggio c'è

20 febbraio 2004
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Circoncisione: qualche vantaggio c'è



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Circa il 20% dei maschi ha difficoltà a far scendere fino in fondo il prepuzio, la pelle scorrevole che riveste il pene. Un disturbo che in molti casi si può curare tirando delicatamente, giorno dopo giorno, il prepuzio verso il basso, quando il bambino è ancora neonato. In alternativa si può rendere necessario un piccolo intervento chirurgico, al quale si fa ricorso spesso anche per motivazioni religiose, e rispetto al quale si rincorrono molte leggende. Una di queste riguarda la sua influenza sul rapporto sessuale. Si dice, infatti, che i circoncisi non soffrano di eiaculazione precoce, anzi, o che sentano un piacere minore durante l'orgasmo. È vero? Uno studio americano, pubblicato sulla rivista Urology sfata queste leggende, la circoncisione condiziona le performance sessuali, ma non necessariamente in modo negativo.

Che cos'è la circoncisione


Si tratta di un piccolo intervento chirurgico che può consistere in un semplice taglio che allarghi il prepuzio o che lo rimuova completamente, lasciando il glande permanentemente scoperto. L'intervento è piuttosto controverso. Molte culture, però, lo considerano una sorta di rito: i bambini ebrei vengono circoncisi a 8 giorni e anche la religione islamica la prevede in tenera età. La motivazione tradizionale per l'intervento precoce, è in alternativa di natura igienica, ma non è giustificata in quanto una corretta igiene, che prevenga infezioni o infiammazioni, è possibile anche con il prepuzio integro. Quello che succede, però, qualora l'intervento si renda necessario come nel caso di fimosi (anomala ristrettezza del prepuzio) o di frenulo corto, è che la pelle del glande sviluppa uno spesso strato di cheratina che lo rende molto meno sensibile.

Lo studio


Lo studio statunitense ha arruolato 42 uomini, attorno ai 22 anni di età, non circoncisi. Una parte di questi, tutti eterosessuali, sessualmente attivi e non in trattamento per problemi dell'erezione, desiderava l'intervento per ragioni religiose. Ai soggetti esaminati è stato richiesto di misurare il tempo necessario al raggiungimento dell'eiaculazione durante almeno tre sessioni di rapporti sessuali. Dodici settimane dopo l'intervento, i pazienti hanno nuovamente risposto agli interrogativi sulla loro vita sessuale. Dal confronto è emerso come tutto fosse andato liscio, tranne per l'eiaculazione che richiedeva tempi significativamente più lunghi dopo la circoncisione. Un fatto negativo? Non è detto - osservano i ricercatori - se, infatti, è indubbia la perdita di sensibilità del pene, d'altro canto può entrare in gioco un aumentata autostima del "circonciso", visto che la durata potrebbe avere un risvolto positivo nel rapporto sessuale. Questo non vuol dire - precisa la ricerca - che si debba considerare l'intervento come un rimedio all'eiaculazione precoce. Certo per i soggetti con infezioni croniche, per i quali non esistano alternative valide all'intervento, i problemi successivi potrebbero essere maggiori. Per quanto possa sembrare insolito, va detto peraltro che negli Stati Uniti la principale motivazione alla circoncisione è culturale e non medica, una sorta di legge non scritta "tale padre tale figlio" che rende l'intervento necessario.

Marco Malagutti



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