Commerci da scoraggiare?

20 ottobre 2006
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Commerci da scoraggiare?



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Pare che in Gran Bretagna un set di cellule staminali sia un regalo veramente "in" per il neonato. Lo scopo? Fornire al piccolo una riserva di cellule per le proprie necessità di salute future. Un vero e proprio business, gestito da banche private per la conservazione del sangue prelevato dal cordone ombelicale, che in Gran Bretagna pullulano. Con affari pare molto fruttuosi. Si può ben capire, perciò, perché un pezzo pubblicato dal British Medical Journal si soffermi sull'argomento. E in particolare, perché il dibattito non sia limitato agli aspetti scientifici, ma anche alla gestione del rischio e agli aspetti medico-legali ed etici. Aspetti da non trascurare. Ma per cominciare perché è utile il sangue del cordone ombelicale?

Quale utilità


Il sangue del cordone ombelicale e della placenta contiene cellule staminali simili a quelle contenute nel midollo osseo, da cui hanno origine globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. L'idea, così, è quella di utilizzarle per la cura di gravi malattie del sangue, in particolare leucemie, talassemie, e linfomi. Ma anche, in caso di compatibilità, per trapianti a terzi, particolarmente a membri della stessa famiglia. Per queste ragioni l'interesse verso la materia è crescente, tenuto conto che la prospettiva futura, per ora remota, è quella di ricostruire tessuti e organi malati, veri e propri pezzi di ricambio per il corpo umano. In più anche l'attenzione mediatica sull'argomento è forte e spesso troppo enfatica. In Gran Bretagna la raccolta di sangue da cordone ombelicale è consentita in seno al Servizio sanitario nazionale, esistono perciò banche pubbliche in stretto contatto con i reparti maternità che autonomamente si occupano di raccogliere il sangue dei neonati di famiglie con precedenti per malattie trattabili con il trapianto di staminali del sangue. Ma esistono anche banche commerciali che raccolgono il sangue del cordone di bambini per il successivo uso autologo, cioè conservato nel caso il bimbo successivamente si ammali di leucemia, per esempio. Una realtà, quella delle banche commerciali, molto criticata soprattutto dal punto di vista etico e che, per esempio, in Italia non è consentita. Da noi, infatti, non è possibile "gestire" il cordone ombelicale in forma privata. Ma è possibile donarlo ad apposite banche pubbliche. In questo modo le cellule vengono classificate a seconda delle loro caratteristiche antigeniche e rimangono a disposizione di chiunque ne abbia bisogno in caso di necessità, qualora sia dimostrata la compatibilità tra donatore e ricevente. L'analisi del Bmj verte sugli aspetti di rischio, medico-legali ed etici della questione.

I rischi da commercializzazione


A livello scientifico, dice l'autrice dell'editoriale, molti dei vantaggi ventilati sono ancora da dimostrare. Quanto invece agli svantaggi, la probabilità di utilizzare il sangue raccolto è piuttosto bassa e non è detto sia sempre opportuno. In più, le alternative non mancano: per esempio, la donazione di midollo osseo o cellule presenti in una banca pubblica. I rischi poi non sono da sottovalutare. Intanto la possibilità di interferenze con l'assistenza alla madre quando si effettua la raccolta in vivo, mentre in vitro esiste il forte rischio di contaminazione batterica per esempio. Gravidanze multiple e parti pretermine creano poi ulteriori problemi. Per non parlare delle possibili questioni inerenti la qualità della raccolta. La donazione "altruistica" è meno problematica da questo punto di vista perché effettuata da staff abilitato non coinvolto nelle cure di routine. A livello medico-legale la prima questione è quella del consenso, ma da non sottovalutare è l'eventuale indennità se le cose non andassero come desiderato. E lo stesso vale anche per la questione dei diritti di proprietà, il campione appartiene, infatti, alla madre, ma poi? Per non parlare di quelle relative ai brevetti e alle battaglie legali che ne conseguono. Per chiudere, gli aspetti etici. Un primo problema è il rischio di paternalismo medico, cioè che a decidere sia il professionista e non i genitori. Ma i genitori a loro volta rischiano di essere esposti a pubblicità e promozioni della donazione divenendo così vulnerabili. Anche la questione, citata in precedenza, del possibile disinteresse per la madre e la sua cura va annoverata tra le questioni etiche. La conclusione dell'analisi del Bmj risulta piuttosto evidente. La raccolta di sangue del cordone ombelicale a scopo commerciale va scoraggiata, anche perché non esistono argomenti scientifici sufficientemente forti per incoraggiarla. Una certezza, però, rimane, le cellule staminali sono una risorsa, e se si pensa che per decenni il sangue placentare è stato buttato....

Marco Malagutti



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