Capelli in fumo

28 novembre 2007
Aggiornamenti e focus

Capelli in fumo



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Che fumare faccia male è ormai una verità scientificamente assodata. Ma il capitolo delle malattie e dei problemi associati al vizio viene periodicamente aggiornato. Ora è la volta della calvizie, che secondo uno studio pubblicato sugli Archives of Dermatology, potrebbe essere condizionata dall'abitudine di fumare. Qualche studio in merito c'era già stato, ma con risultati controversi. Uno, per esempio, effettuato alla Harvard School of Public Health, ha mostrato come il fumo incrementi quasi tutti i maggiori ormoni androgeni e proprio a questo aspetto sarebbe associato l'aumentato rischio di calvizie androgenetica. Si sa, infatti, che livelli più alti di testosterone e di-idrotestosterone (DHT) sono associati a livelli più alti nella caduta dei capelli. Sia chiaro che la correlazione esiste solo di fronte a una predisposizione genetica, non basta fumare perciò. Ma l'idea è che smettere di fumare aiuti a prevenire la caduta in chi è predisposto. E' veramente così? Lo studio svoltosi a Taiwan ha cercato le conferme dell'associazione. Con risultati positivi.

Questione di ormoni e geni


Intanto, premettono i ricercatori, si parla di alopecia androgenetica, un problema ereditario androgeno-dipendente, caratterizzato da un progressivo assottigliamento del cuoio capelluto. La forma più comune di calvizie tra gli uomini. La prevalenza del fenomeno è però inferiore in certe aree geografiche e tra queste proprio il continente asiatico, dove si è svolto lo studio. Dell'alopecia androgenetica, si sa, come dice il nome stesso, che dipende dal livello di androgeni e da particolari polimorfismi genetici ereditari. E per ora soltanto un gene di quelli responsabili è stato identificato. Ma non è solo questione di ormoni e genetica, dicono i ricercatori. Alcuni fattori ambientali, e tra questi il fumo di sigaretta, potrebbero avere un ruolo nella patogenesi. Eppure i tre studi finora effettuati sull'argomento non sono arrivati a una risposta univoca. Anzi i tre risultati sono stati uno diverso dall'altro. L'obiettivo dello studio, perciò, è stato proprio quello di stimare la prevalenza e la tipologia di alopecia androgenetica tra i maschi di Taiwan e di paragonare i risultati a quelli degli altri paesi. Il secondo obiettivo, poi, è stato quello di investigare sull'associazione tra fumo, storia familiare e altri fattori di rischio e alopecia.

Il ruolo del fumo


I ricercatori di Taiwan hanno preso in esame 740 soggetti di sesso maschile dai 40 ai 90 anni residenti in una delle province dell'isola, valutando il loro grado di calvizie e indagando su abitudine al fumo e altri fattori legati alla perdita dei capelli. Dai risultati è emersa una stretta associazione tra fumo e forme evidenti di calvizie. Fumare aumenta il rischio di calvizie e il rischio aumenta con il numero di sigarette fumate. E questo tenendo conto anche della familiarità, che continua ad avere un'importanza centrale nella perdita di capelli. Ora prima di trarre conclusioni definitive bisognerebbe sottoporre a test anche le altre etnie, considerato che esiste uno studio che addirittura evocava un ruolo protettivo del fumo nell'etnia caucasica. Qualche conferma però dallo studio è arrivata. Il fumo ha effetti negativi sulla cute, sui follicoli piliferi e sulla circolazione di sangue e ormoni nel cuoio capelluto. Può bastare?

Marco Malagutti



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