Sospetti infondati

15 luglio 2005
Aggiornamenti e focus

Sospetti infondati



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I detrattori non sono pochi. Da quelli più estremi come l'Osservatore Romano che ha definito la pillola del giorno dopo un aborto farmacologico non dissimile da quello chirurgico, a chi, invece, considera che un facile accesso alla pillola potrebbe incoraggiare i giovani a sperimentare il sesso trascurando precauzioni e facilitando la trasmissione di malattie veneree, epatite e Aids. Proprio a questi si rivolge un'indagine inglese, pubblicata sull'edizione on line del British Medical Journal. Il sesso non protetto e le infezioni sessualmente trasmissibili, dicono i ricercatori, non sono aumentati dopo che, per decisione del governo Blair, la pillola del giorno dopo è stata commercializzata come prodotto da banco in farmacia.

Le abitudini non cambiano


In Italia, dove la vendita è ammessa solo su prescrizione medica, sono 250 mila, secondo gli ultimi rilievi, le donne che ogni anno fanno ricorso alla pillola del giorno dopo per evitare una gravidanza indesiderata. Alla contraccezione d'emergenza, infatti, si fa ricorso dopo che la donna ha avuto un rapporto non protetto, cioè nel quale non sono state prese misure anticoncezionali oppure si sono verificati degli incidenti, quello più tipico è la rottura del preservativo. Le sostanze contenute nel farmaco sono le stesse presenti nella pillola anticoncezionale, cioè estrogeni e progestinici, i principali ormoni sessuali femminili. La differenza sta nel dosaggio che è più elevato rispetto alla pillola tradizionale. La condizione è che si assuma entro 72 ore dal rapporto una prima dose del farmaco scelto. Dopo 12 ore se ne deve assumere una seconda. Ma come si è svolta l'indagine britannica? I ricercatori hanno monitorato le abitudini sessuali, sul fronte della contraccezione, di circa 2000 donne inglesi, tra i 16 e i 49 anni, nell'anno precedente e nei due anni successivi all'ingresso della pillola del giorno dopo tra i medicinali da banco. Una donna su cinque ha dichiarato di fare ricorso a preservativi, un terzo usa la pillola, la spirale o impianti ormonali e soltanto una su dieci ha dichiarato di non aver utilizzato alcun metodo. In questo quadro il numero di donne che ha fatto ricorso alla contraccezione d'emergenza non è cambiata dopo l'entrata in vigore del provvedimento che in qualche modo ha "liberalizzato" la pillola. Cambia, invece, l'identikit di chi fa uso del farmaco acquistandolo in farmacia. A correre ai ripari, infatti, dopo un rapporto non protetto sono soprattutto le donne che possono contare su un alto reddito, con una probabilità cinque volte maggiore di far ricorso a questa soluzione. Ecco perché, osservano i ricercatori, il problema più che quello del facile accesso è quello dell'alto costo, attorno ai 25 dollari, che potrebbe costituire una barriera all'uso del medicinale soprattutto per le donne meno abbienti. "La contraccezione d'emergenza" ha dichiarato alla Bbc Jan Barlow, rappresentante di un'associazione che si occupa della salute sessuale dei giovani "dovrebbe essere più accessibile a chiunque ne abbia bisogno senza limiti di reddito ne di età". Un discorso ancora impraticabile in Italia dove, da un'indagine dell'AIED, una donna su dieci non riesce addirittura a ottenere la pillola tradizionale e dove disinformazione e diffidenza la fanno ancora da padroni.

Marco Malagutti



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