Per l'esperto niente drammi

10 gennaio 2003
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Per l'esperto niente drammi



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Sei casi di meningite nel magentino (Milano) in 6 settimane, 1 decesso ad Abbiategrasso e, il caso più recente, la morte a Vimercate di una donna di 36 anni. E nel milanese è subito psicosi. Da qui la decisione della Regione Lombardia di organizzare una campagna di vaccinazione anti-meningite da meningococco C, una forma della malattia particolarmente grave che determina serie conseguenze neurologiche e, in alcuni casi, anche il decesso. Si tratta di una vaccinazione "raccomandata" (e non obbligatoria) a tutti i giovani del magentino (circa diecimila) che frequentano le scuole materne, le medie, le superiori o che praticano sport di squadra. In particolare, il provvedimento coinvolgerà 7 Comuni della provincia di Milano: Bernate, Boffalora, Corbetta, Magenta, Marcallo, Robecco sul Naviglio e Santo Stefano e tutto il progetto di vaccinazione comporterà una spesa complessiva di circa 500 milioni delle vecchie lire.

Ma è giusto parlare di epidemia? Il rischio di contagio è veramente così alto? "Nonostante il contagio della malattia avvenga per via aerea e, quindi, tramite le secrezioni rinofaringee di un soggetto infetto" spiega Carlo Signorelli, Direttore della Scuola di Specializzazione di igiene e medicina preventiva dell'Università di Parma "la meningite è una malattia con una bassa contagiosità. Può succedere, però, che in una comunità (come in una classe di scolari o in una caserma) possano verificarsi più casi del normale, tanto da far subito temere un'epidemia". Ed è questo il caso del magentino, dove la Regione Lombardia ha quindi deciso di avviare una mirata forma di profilassi contro la meningite da meningococco C, che inizierà lunedì 20 gennaio 2003. E' la prima volta che in Italia si decide di realizzare una vera e propria campagna di vaccinazione per questo tipo di malattia, anche se pur sempre raccomandata e non obbligatoria. "Ma il meningococco, anche se uno dei più frequenti, non è l'unico responsabile della malattia" precisa Signorelli "Vi sono molte forme di virus e batteri che possono dar vita alla meningite e, purtroppo, non esiste un vaccino in grado di proteggere contemporaneamente da tutti questi agenti infettivi. Con il programma di vaccinazione organizzato dalla Regione Lombardia, pertanto, si farà certo un'ottima operazione di prevenzione contro il rischio di meningite da meningococco, ma è bene precisare che, comunque, non si potrà certo considerare la popolazione vaccinata completamente immune alla malattia in genere". L'arma migliore contro questa, come per tutte le malattie infettive in genere, quindi, rimane il seguire le corrette norme igieniche di carattere generale e, ai primi sintomi, recarsi subito dal proprio medico. "A far sospettare una meningite" continua Signorelli "deve essere la presenza improvvisa di febbre alta e forte dolore alla testa o alla nuca, sintomi che il medico poi andrà ad approfondire con specifici esami". Assolutamente da sfatare è, invece, la leggenda secondo la quale a causare l'infezione potrebbe essere il contatto con bambini extracomunitari: il rischio di contagio non dipende assolutamente dal gruppo etnico.

Annapaola Medina



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