Helicobacter anche protettivo

25 maggio 2007
Aggiornamenti e focus

Helicobacter anche protettivo



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Negli anni Novanta lo si è definitivamente riconosciuto colpevole di associazione con l'ulcera gastrica e duodenale, scoperta che ha valso il Nobel per la medicina nel 2005. Ma l'Helicobacter pylori, batterio che può colonizzare lo stomaco ed è presente in tutte le popolazioni, potrebbe avere anche un lato positivo: la sua acquisizione durante l'infanzia potrebbe associarsi in seguito a un minor rischio di asma e allergie. E' un'ipotesi già avanzata in base a diverse evidenze e che si inquadra in quella più generale dell'igiene, cioè nella maggiore frequenza delle malattie allergiche in conseguenza alla diminuzione delle infezioni nella prima infanzia, che sarebbero appunto protettive. Nuovi elementi a sostegno emergono ora da un ampiA indagine statunitense, protagonista l'H. pylori che ha una presenza così antica da essere usato attraverso le sue mutazioni per lo studio delle migrazioni umane negli ultimi 100 mila anni.

Coinvolto il reflusso gastroesofageo


Virtualmente ogni abitante dei paesi in via di sviluppo ospita il batterio (infezione per ingestione e forse contatto), molti di meno in quelli industrializzati per la progressiva diminuzione con ogni nuova generazione almeno nell'ultima sessantina d'anni. La colonizzazione gastrica dell'H. pylori, soprattutto il ceppo cag A che inietta le sostanze che produce nelle cellule epiteliali, si associa a ulcera peptica e adenocarcinoma dello stomaco, mentre sarebbe inversamente correlato con la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) e potrebbe esserlo anche con l'asma, in alcuni casi associato alla GERD. Per sondare se l'acquisizione precoce del batterio potesse proteggere da asma e allergie, gli autori hanno utilizzato il database del NHANES III, un'indagine nazionale di lunga data su salute e nutrizione, analizzando in 7.663 soggetti adulti l'associazione tra queste patologie e tre possibili stati rispetto all'H. pylori: H.p. positivi cag A positivi; H.p.+ cag A- ; H.p.- cag A- . Si è anche valutata la positività ai test cutanei per le allergie. Dai dati è emerso innanzitutto che gli H.p. positivi rispetto ai negativi erano più spesso uomini, d'età avanzata e Ispanici, gli H.p. + cag+ rispetto agli H.p.- più di frequente non Ispanici neri.
Eseguiti i calcoli statistici e le correzioni, gli H.pylori e cag A positivi sono risultati inversamente associati ad asma, in modo più marcato per i casi con esordio dell'asma prima dei 15 anni; analoghi riscontri per la rinite allergica. Una consistente associazione inversa si è evidenziata anche tra la positività per H. pylori e la presenza di sintomi allergici nell'anno precedente; significativa quella degli H.p.+ cag A+ , rispetto agli H.p.-, con i sintomi dovuti a esposizione a pollini, peli di animali o acari della polvere, sempre più marcata negli adulti più giovani. Infine nel sottogruppo di 2.386 partecipanti sottoposti a test cutanei gli H.pylori positivi specie cag A+ erano con minore probabilità sensibilizzati a pollini e muffe, soprattutto i più giovani.

A sostegno dell'ipotesi dell'igiene


La tendenza emersa è quindi a sostegno dell'ipotesi che l'Helicobacter, specie il ceppo cag A+, sia protettivo nei confronti dell'asma, e in parte questo potrebbe avvenire attraverso una protezione contro la GERD, probabilmente per intensificazione dell'atrofia gastrica cag A+ indotta. Il coinvolgimento del GERD non è però stato valutato direttamente nello studio e va approfondito, precisano gli autori. I dati si accordano poi con l'ipotesi dell'igiene, in particolare nella prima infanzia una stimolazione inadeguata da parte infezioni batteriche del tessuto linfoide intestinale, importante sede di maturazione dell'immunità mucosale, può avere un ruolo rispetto allo sviluppo di asma e allergie. L'attivazione immunitaria dopo colonizzazione dell'H.pylori è più pronunciata per i ceppi cag A+ e specialmente nei bambini in quanto si altera precocemente l'equilibrio tra linfociti Th1 e Th2, determinando una situazione che previene stati d'iperreattività come l'asma e le allergie. L'associazione inversa, nello studio, tra il batterio e queste malattie in soggetti più giovani rifletterebbe l'andamento generazionale della minore esposizione alle infezioni.

Viviana Zanardi



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