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18 marzo 2005
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I reni hanno il compito di depurare il sangue filtrando un gran numero di sostanze dannose. In alcuni soggetti, tuttavia, queste funzioni possono alterarsi, o perché i reni non riescono a trattenere regolarmente gli elettroliti (sali minerali presenti nelle cellule, fondamentali per determinare l'equilibrio dei liquidi nel corpo) o perché l'organo non è più in grado di mantenere nel sangue le sostanze nocive entro i limiti sopportati dall'organismo. In tutti questi casi si parla di insufficienza renale, che può essere di tipo acuto o cronico. La forma acuta è dovuta a un improvviso e rapido deterioramento della funzione renale (blocco renale). E' caratterizzata principalmente dall'oliguria (produzione di ridotte quantità di urine), la cui incidenza può variare da soggetto a soggetto; i livelli di emoglobina in genere sono normali, così come la dimensione dei reni. Le cause riguardano gravi infezioni, rilevante disidratazione, impiego di particolari farmaci o interventi chirurgici. Prima di sottoporre il paziente a cure mirate è importante, quindi, accertare la causa che ha determinato la malattia.L'insufficienza renale cronica è caratterizzata, invece, da una perdita permanente della funzione renale. Le sostanze di rifiuto dell'organismo si accumulano nel sangue e possono portare a una intossicazione che, con il passare degli anni, può arrecare danni anche irreversibili. I sintomi che devono far pensare a una insufficienza renale cronica sono: pressione alta, stanchezza, scarso appetito e pallore. Se la malattia si presenta in età evolutiva, può anche provocare un ritardo o un arresto della crescita. La causa è spesso una malattia, come l'ipertensione, il diabete e la glomerulonefrite. Quest'ultima comprende un gruppo di malattie infiammatorie del rene che colpiscono le strutture funzionali più importanti dell'organo: i glomeruli, cioè le strutture microscopiche deputate alla filtrazione dei prodotti di scarto e la loro eliminazione con le urine.

Diagnosi e cura


Per quanto riguarda le cure, l'insufficienza renale cronica richiede, inizialmente, cambiamenti nella dieta e il ricorso a farmaci specifici. Quando l'insufficienza persiste, invece, è la stessa sopravvivenza del paziente a essere a rischio e si rende necessaria una terapia sostitutiva, costituita dalla dialisi e dal trapianto renale (l'intervento chirurgico è consigliato soprattutto se il paziente è molto giovane).La diagnosi, in entrambe le forme, si basa su esami di laboratorio e su esami strumentali, come la radiografia diretta dell'addome e l'ecografia renale.

Come già accennato prima, i pazienti con insufficienza renale di tipo cronico devono essere sottoposti a un regime nutrizionale controllato. A questo proposito, la Società Italiana di Nefrologia (SIN) ha pubblicato le linee guida per la terapia conservativa dell'insufficienza renale cronica:
  • una riduzione dell'introito di proteine (max 0,7 g al giorno per Kg corporeo) e di fosfati. Questo, infatti, permette allo stesso tempo: un controllo dei livelli di urea e paratormone (ormone che regola i livelli di calcio nell'organismo), un equilibrio acido-base (soprattutto dell'acidosi metabolica), una riduzione della progressione dell'insufficienza renale verso l'uremia terminale e, infine, il mantenimento di uno stato nutrizionale soddisfacente;
  • la quantità di calorie consigliate da assumere durante la giornata è di 35 Kcal per Kg di peso corporeo. E' molto importante, quindi, il continuo controllo (almeno una volta ogni tre mesi) del paziente da parte di una dietista, al fine di ottimizzare l'apporto delle sostanze nutrienti e, in particolar modo, dell'apporto calorico. Quest'ultimo è molto importante, poiché se il paziente assume una quantità di calorie inferiore a 30-35 Kcal per Kg di peso corporeo al giorno durante la dieta ipoproteica può andare incontro a stati di malnutrizione, anche molto gravi. La minor assunzione di proteine va sempre associata a un maggior introito di carboidrati e lipidi (naturalmente, tenendo sempre conto dello stato fisico individuale del singolo paziente, soprattutto se diabetico!).

Annapaola Medina



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