Rumori invadenti

20 marzo 2009
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Rumori invadenti



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Il sonno è uno dei diritti fondamentali dell'uomo, lo attesta la Convenzione europea sui diritti umani. Lo sanno bene donne e bambini, ma anche anziani e lavoratori soggetti a turni, sono infatti questi soggetti fragili quelli esposti agli effetti del rumore notturno. Con conseguenze per la salute. E si tratta di effetti anche pesanti come malattie cardiovascolari. A confermarlo le linee guida sul rumore notturno appena pubblicate dall'OMS, in uno studio finanziato dall'Unione Europea che ha indagato il fenomeno dal 2003. "Si tratta di effetti per cui si registrano, come nel caso dell'infarto del miocardio - ha spiegato all'Ansa Gaetano Licitra dell'Arpat Toscana e componente del gruppo di studio che ha portato all'elaborazione delle linee guida Oms - piccoli incrementi che seppur minimi si aggiungono a un fenomeno più vasto che, nel caso dell'infarto, registra un numero elevato di morti in Europa". Del resto dei rischi cardiovascolari si era già parlato in un recente studio pubblicato sullo European Heart Journal, uno studio britannico con partecipazione italiana. Lo studio concludeva che l'inquinamento acustico durante il sonno può alzare la pressione del sangue, anche se si continua a dormire. Ed è sufficiente il rumore del partner che russa. Perché i rumori diventino pericolosi si devono, cioè, oltrepassare i 35 decibel, cui corrisponde il rumore di un aereo che passa sopra il palazzo o il traffico su strada. Il disturbo notturno, del resto, è un dato di fatto sempre più evidente. Uno studio condotto nel 2003 nei Paesi Bassi il 25% delle persone ha dichiarato che il proprio sonno è altamente disturbato dal rumore esterno. Nel 1998 la percentuale era del 17%. I contesti urbani per di più diventano sempre più rumorosi e in futuro le cose presumibilmente non andranno molto meglio visto che il traffico aereo e ferroviario notturno sono destinati ad aumentare in modo sensibile entro il 2030. Da qui l'utilità delle Linee guida sul rumore notturno per l'Europa che rappresentano la prima valutazione sistematica e organica dell'impatto sulla salute a breve e lungo termine dei disturbi del sonno. L'auspicio è che i governi ne ricavino indicazioni importanti per modificare le legislazioni in materia. Eccone i punti fondamentali.

Le linee guida europee


Le linee guida sono il risultato del lavoro di revisione della letteratura scientifica di un gruppo di esperti scelti tra 17 istituzioni di 12 Paesi europei, per l'Italia l'Università di Roma "La Sapienza e il Dipartimento provinciale di Pisa dell'Arpat Toscana. Lo studio ha evidenziato come il rumore notturno può far aumentare il battito cardiaco, fino a 10 battiti in più nella fase del sonno, per esempio, se passa un treno in prossimità della propria abitazione. Ma tra gli altri effetti riscontrati vanno annoverati eccitazione, cambiamenti di fase del sonno, alterazioni ormonali e risvegli improvvisi. Le linee guida fissano anche la correlazione tra i livelli di rumore notturno esterno e gli effetti sulla salute, una sorta di tabella del rischio. Fino a 30 decibel non si osservano sostanziali effetti biologici, tra 30 e 40 decibel aumentano i movimenti del corpo, i risvegli, i disturbi del sonno e l'eccitazione. Effetti fin qui modesti ma probabilmente più severi per i più vulnerabili. Tra 40 e 55 decibel la situazione si aggrava con un marcato aumento degli effetti negativi, la maggior parte delle persone esposte ne risente e si adatta a convivere con il rumore. Sopra i 55 decibel la situazione diventa pericolosa a livello di salute pubblica, gli effetti avversi sono frequenti e il sistema cardiovascolare comincia a essere sotto stress. I problemi cardiovascolari, peraltro, sono considerati effetti a lungo termine e sono correlati a indicatori come la media annuale del livello di rumore notturno. Per avere un'idea della corrispondenza dei decibel basta pensare che il traffico diurno in media raggiunge 65 decibel per scendere nella notte di sette decibel, mentre il passaggio di un treno in piena notte arriva a 80 decibel. Le Linee guida europee chiudono raccomandando che la popolazione non dovrebbe essere esposta a livelli che superano i 30 decibel durante la notte, un limite di sicurezza fissato più in basso di qualche anno fa, quando le conoscenze scientifiche disponibili erano minori. Le nazioni sono così incoraggiate a ridurre gradualmente l'esposizione a livelli acustici alti. L'invasività dell'inquinamento acustico è sempre più chiara, ora urgono le contromisure.

Marco Malagutti



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