Più occhio per la vista

18 maggio 2007
Aggiornamenti e focus

Più occhio per la vista



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Ad alcuni solo l'avvicinarsi dell'estate fa pensare alla salute degli occhi, molti, invece, ignorano rischi anche sul lungo periodo; c'è poi chi in generale non si preoccupa proprio della vista né va mai dall'oculista. Come organi di senso più importanti specie in una dimensione di vita sempre più "visiva", gli occhi sono strutture delicate, sottoposte a stress esterni e ad altri fattori: tra quelli inevitabili l'invecchiamento, causa crescente di patologia oculare per l'allungamento della vita media, ma con elementi predisponenti. Dei vari problemi e dello stato dell'arte in campo diagnostico e terapeutico si occuperà il V Congresso internazionale della SOI (Società Oftalmologica Italiana), a Roma dal 23 al 26 maggio, nel quale è in primo piano anche un tema "politico" italiano, relativo a rimborsi SSN e tagli della Finanziaria per la chirurgia della cataratta.

Più attenzione a bambini e anziani


D'estate soprattutto si sta di più all'aperto e bisogna cautelarsi da sole (ma ormai per gran parte dell'anno, anche al Nord), vento, sabbia, acqua di mare o clorata. A breve possono derivare irritazioni e arrossamenti; sul lungo periodo i raggi UV possono causare infiammazioni quali congiuntiviti (evitare colliri astringenti e usare pomate oftalmiche) e cheratiti attiniche a carico della cornea (occorre visita specialistica). Ma l'esposizione non protetta favorisce anche lo sviluppo, in età senile, della cataratta e della maculopatia (patologia retinica), a rischio vista. "Sondaggi in Europa e USA mostrano che solo il 14% degli adulti protegge adeguatamente gli occhi dal sole e che l'attenzione rivolta a categorie a rischio come bambini e anziani è particolarmente scarsa" sottolinea Matteo Piovella, segretario della SOI. Ricordando l'intensità dell'esposizione aumentata da sabbia (più 15%), acqua, neve e ghiaccio (più 30%), i raggi UV possono essere dannosi per cornea e cristallino, quelli blu per la retina, gli infrarossi per la palpebra per via del calore. "Gli occhiali da sole devono essere di qualità, certificata, soprattutto quelli per i bambini, i quali devono abituarsi a metterli fin da piccoli". Quindi montature che proteggono anche di lato, lenti adatte alla situazione (esempio, assorbimento maggiore per la montagna che per il mare), che fermino soprattutto gli ultravioletti (ricordare che le fotocromatiche non vanno bene alla guida, perché gli UV sono schermati dai finestrini), di colore marrone, verde, grigio, giallo ma non azzurro, rosa, fucsia e tantomeno blu, che non proteggono. Le lenti a contatto vanno usate con gli occhiali da sole, ma meglio evitarle in spiaggia o almeno optare per le monouso giornaliere, monodose è meglio siano anche i colliri anti-irritazione.

Chirurgia della cataratta e sanità


Intanto l'oftalmologia diventa più specialistica e richiede in crescendo esperti di tecnologie avanzate, in diagnostica, come per l'OCT (Optical coherence Tomography) e la fluorangiografia, e in chirurgia. Per quest'ultima aumenta nella società che invecchia la richiesta di interventi per la cataratta, che colpisce 3 persone su quattro a 70 anni e praticamente tutte a 80, e per le patologie della macula quali i fori maculari da invecchiamento del tessuto retinico. Gli interventi di cataratta sono circa 500 mila all'anno, con riuscita ottimale nel 98% dei casi e complicanze in 1 caso circa su 1000; tecnica d'elezione è la facoemulsificazione con impianto di lenti intraoculari monofocali o multifocali (di seconda generazione), delle quali solo le monofocali sono rimborsate dal SSN e non sono sostituibili con le altre in un secondo momento. "La SOI raccomanda che il paziente venga informato sulle due alternative e che, se opta per le multifocali, possa partecipare alla spesa come avviene in altri paesi" afferma il presidente Corrado Balacco Gabrieli. "Inoltre chiede sia rivista la drastica riduzione di costi prevista dalla Finanziaria che comprometterebbe l'alta qualità della chirurgia della cataratta in Italia". Tra i rischi, quello di essere invasi da cristallini artificiali di scarsa qualità, magari cinesi: anche perché per i dispositivi, come questi o le protesi, non c'è un istituto equivalente all'AIFA per i farmaci.

Viviana Zanardi



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