Recuperare di corsa

20 ottobre 2006
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Recuperare di corsa



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La radioterapia dopo l'asportazione di un tumore al seno è un momento delicato: al disagio psicologico che segue l'intervento si aggiunge molto spesso un senso di stanchezza fisica che, oltre ad ostacolare il recupero dopo la malattia, interferisce anche con le più normali attività. La cancer-related fatigue, letteralmente stanchezza legata al cancro, colpisce dal 70 al 100% delle pazienti, ed è considerata come una vera e propria entità clinica. Sembra che il senso di fatica, l'anemia, la depressione e le ridotte capacità del fisico siano tutti sintomi dovuti alla diminuzione dei globuli rossi; diminuzione che non va sottovalutata perché può durare anche mesi. Secondo un gruppo di ricercatori si può ovviare a questo inconveniente con un metodo che non ha controindicazioni ed è anche economico: camminare.

Aerobica è meglio


Una moderata ma costante attività fisica di tipo aerobico, per esempio camminare a passo sostenuto per 20-45 minuti da tre a cinque volte alla settimana, durante la radioterapia ha facilitato il decorso post operatorio di 13 pazienti, migliorandone la capacità aerobica (espressa come consumo di ossigeno durante l'allenamento) e mantenendo costante il numero di globuli rossi.
Lo studio è stato pubblicato su una rivista prestigiosa: Cancer; 21 pazienti di età compresa tra i 20 ed i 65 anni precedentemente operate di cancro al seno sono state sottoposte allo stesso protocollo di radioterapia. Tra queste, 13 hanno accettato di praticare costantemente attività fisica aerobica nelle sette settimane di terapia e otto hanno invece praticato un'attività non aerobica come lo stretching. Un prelievo di sangue tutte le mattine e una spirometria durante l'attività fisica hanno permesso di monitorare i livelli di globuli rossi nel sangue e la capacità aerobica. Lo stretching non procurava gli stessi effetti benefici della corsa e le pazienti che lo praticavano presentavano una significativa diminuzione del numero di globuli rossi e di emoglobina. Certo, il numero di soggetti osservato non è molto alto, ma questo non è il primo studio condotto al riguardo. È già stato dimostrato che un moderato allenamento nelle sei settimane che seguono una chemioterapia ad alte dosi migliora la resistenza alla fatica e innalza l'ematocrito.
Gli autori si ripropongono di eseguire altri studi su un numero più alto di pazienti. È possibile che gli effetti dell'attività fisica possano prolungarsi nel tempo e influire sullo stato di salute generale, allungando anche la vita delle pazienti. Nel frattempo, visto che è sicuro e non costa niente, consigliano di camminare.

Raffaella Bergottini



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