Il tumore si cura anche la seconda volta

07 maggio 2004
Aggiornamenti e focus

Il tumore si cura anche la seconda volta



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Il tumore della mammella è ancora la forma tumorale più frequente nella donna. Si dice anche da tempo che guarire è oggi molto più probabile e che a fare la differenza sia il fatto che grazie allo screening di massa, dalla semplicissima autopalpazione all'inserimento nei programmi di mammografia periodici, è possibile scoprire lesioni iniziali, quindi più facilmente trattabili chirurgicamente o con la chemioterapia. Questo potrebbe far pensare che in qualche modo tutto dipenda dal caso, nel senso di aver avuto la possibilità di ricevere la diagnosi giusta al momento giusto.

Migliora la capacità di curare


Non è proprio così: è effettivamente migliorata la capacità di curare e, a quanto sembra, il miglioramento è costante. Lo prova uno studio che ha preso in esame l'andamento di alcuni casi "difficili" cioè quelli in cui il tumore della mammella si è ripresentato (recidive) a distanza più o meno lunga o quelli in cui si sono presentate metastasi, sempre a distanza di tempo.
Lo studio ha preso in considerazione 834 donne che, nel periodo dal 1974 alla fine del 2000, erano state curate per una recidiva o metastasi del carcinoma mammario in un centro statunitense (l'Anderson Cancer Center di Houston). Queste pazienti sono state divise in cinque gruppi in base all'anno in cui la malattia si era ripresentata (1974-1979, 1980-1984 e così via). Poi per ciascun gruppo sono state valutate sia le caratteristiche iniziali della malattia sia la sopravvivenza a alla ricaduta. Quello che i ricercatori hanno scoperto è che effettivamente le possibilità di superare la malattia andavano aumentando con il tempo, non solo tra un gruppo e l'altro ma anche anno per anno. Detto in modo semplice, una donna colpita nel 1995, per esempio, aveva l'1% in più di possibilità di guarigione rispetto a una donna colpita nel 1994 e il 21% in più rispetto a una ricaduta avvenuta nel 1974.

La diagnosi precoce serve anche in caso di recidiva
Lo studio peraltro dice anche altre cose, per esempio che maggiore è l'intervallo tra il primo tumore e la ricaduta, migliore è la prognosi. Conferma anche, però, che resta fondamentale la diagnosi precoce del primo tumore: se all'epoca era stato identificato quando ancora era di dimensioni contenute anche la ricaduta sarà più facilmente curabile.
E' ovvio che gli autori dello studio sottolineano che questo si è verificato in quell'ospedale e con quelle pazienti, ma è anche vero che ormai i protocolli del trattamento dei tumori sono in larghissima misura standardizzati in tutto il mondo e, da tempo, certi viaggi della speranza sono abbastanza inutili per queste malattie. In pratica un risultato molto positivo quello che la medicina può vantare nella lotta al carcinoma mammario, sicuramente una delle forme tumorali oggi meglio aggredibili, anche nella malaugurata ipotesi che si ripresenti.

Maurizio Imperiali



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