Vaccino trivalente scagionato

05 novembre 2003
Aggiornamenti e focus

Vaccino trivalente scagionato



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Tutto ha avuto inizio nel 1998 quando il gastroenterologo Andrew Wakefield pubblicò un lavoro su 12 bambini con disordini dello sviluppo che accusavano disturbi gastrointestinali simili alla sindrome del colon irritabile. Il gruppo di Wakefield decise di cercare la presenza del virus del morbillo nell'intestino di tali bambini e cominciò a formulare teorie riguardanti un possibile nesso di causalità tra vaccino morbillo-parotite-rosolia (MMR) e un sottotipo di autismo comprendente sintomi a carico dell'apparato enterico. A distanza di cinque anni uno degli autori di quello studio, Simon Murch, ha mandato una lettera alla rivista Lancet confutando in modo definitivo l'esistenza di qualsiasi legame tra l'iniezione e la malattia. Non esisterebbe, cioè, nessuna relazione causale né evidenza epidemiologica e nessuna nuova ricerca ha riproposto in modo credibile il rischio. Non solo. Trascurare il vaccino trivalente, in significativo calo per i rischi ventilati, lascia i bambini inglesi alla mercé delle infezioni che, lasciate incontrollate, potrebbero essere causa di considerevoli malattie e decessi. Sono 800.000, infatti, i bambini che muoiono di morbillo ogni anno, in particolare nei paesi in via di sviluppo, e molti altri quelli che soffrono di gravi disabilità. Ma è veramente così?

Benefici superiori ai rischi


I numeri parlano chiaro. I casi di parotite, secondo le autorità sanitarie scozzesi, sono aumentati, negli ultimi 18 mesi, del 27%, quelli di rosolia del 22% e quelli di morbillo del 18%, nei bambini sotto i 15 anni. Ecco perché Murch ha continuato a somministrare il vaccino trivalente in mancanza di prove certe. D'altro canto il responsabile del gruppo di ricerca, Wakefield, secondo quanto riportato da BBC Health, ha invece mantenuto accesa la polemica, raccomandando l'uso dei singoli vaccini. Murch, al contrario, afferma che è ormai indiscutibile la sicurezza del vaccino: nessun altro vaccino, infatti, è mai stato studiato così in profondità. Inoltre gli preme sottolineare come l'immunizzazione da queste malattie infettive, che dovrebbe essere una scelta poco problematica, sia diventata una scelta inquietante per molti genitori. Una situazione generata da una estesa sfiducia verso le posizioni ufficiali e sostenuta da campagne mediatiche - continua Murch - che hanno generato la percezione di una diffusa incertezza scientifica. E' questo il vero pericolo: un bambino non vaccinato non mette a rischio solo la sua salute ma anche quella degli altri. Se i tassi di vaccinazione quindi non riprenderanno a salire, è probabile una epidemia di morbillo nell'imminente inverno. E il rischio è decisamente più alto di quello che si corre vaccinando.

Marco Malagutti



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