Vecchie creme, nuove regole

02 agosto 2007
Aggiornamenti e focus

Vecchie creme, nuove regole



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Gli italiani non sanno proteggersi dal sole. A questa drastica conclusione sono giunti i dermatologi, riuniti nel 3° Congresso Unificato di Dermatologia, svoltosi recentemente a Roma. Le ragioni? Per cominciare usano generalmente poca crema, mentre per ottenere la protezione bisogna applicare 2 mg di crema per cm quadrato di pelle e la mettono solo quando si prende la tintarella, mentre il 70% delle radiazioni solari arrivano quando si è all'ombra. Infine non proteggono adeguatamente i bambini, quando l'80% dei tumori della pelle è legata a scottature solari prese da piccoli. E questi sono solo i passi falsi più comuni. Il problema è che le creme usate male diventano pericolose. Anche per ovviare a questa diffusa ignoranza rispetto alla protezione solare, la commissione Europea ha stilato nuove regole per i consumatori al fine di "fornire informazioni chiare e precise sui prodotti di protezione, per poter scegliere con cognizione di causa". E il ministero della Salute ha aderito alla Campagna europea sulla corretta esposizione al sole. Ecco le principali novità.

Nuova etichetta


Nel nuovo logo delle etichette verrà indicata con più esattezza la protezione da tutti i raggi ultravioletti e scompariranno espressioni come protezione totale, sunblocker o 100% di protezione, visto che nessun prodotto può davvero fornire questa garanzia. Al posto delle indicazioni ritenute fuorvianti ce ne saranno di nuove e più realistiche: protezione bassa, media elevata e molto elevata. In più andranno estese le indicazioni sulla protezione solare anche alle radiazioni UVA, che come le UVB possono provocare il cancro alla pelle. Come spiega, infatti, uno degli articoli della raccomandazione della commissione, i raggi solari sono composti, fra l'altro, da raggi ultravioletti B, con lunghezze d'onda più corte e da raggi ultravioletti A, con lunghezze d'onda maggiori. L'infiammazione della pelle, la scottatura, e il conseguente arrossamento della pelle stessa sono causati principalmente dai raggi UVB.
Ma i raggi UVA causano un invecchiamento prematuro della pelle. Ciò detto, continua la raccomandazione, nessun prodotto per la protezione solare riesce a filtrare la totalità dei raggi ultravioletti. I prodotti per la protezione solare non dovrebbero pertanto affermare o dare l'impressione di garantire una protezione totale dai rischi derivanti da un'eccessiva esposizione ai raggi UV. Il logo così ridefinito, entrerà in vigore effettivo solo nel 2008, visto che le etichette del 2007 sono già state stampate. Per il momento, solo il 20% dei prodotti solari in commercio avranno le nuove etichette. Ma le modifiche all'etichetta non bastano e la UE nella sua raccomandazione si occupa anche di tutti gli aspetti citati all'inizio.

Questione di buon senso


Per cominciare la quantità di crema da utilizzare. L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Oms ha sottolineato l'importanza di applicare correttamente i prodotti per la protezione solare al fine di conseguire l'efficacia del fattore di protezione solare indicato. In particolare è fondamentale rinnovare con frequenza l'applicazione di dati prodotti. E poi le raccomandazioni sui bambini. L'esposizione al sole durante l'infanzia, infatti, ribadisce la nota UE, è un fattore importante per lo sviluppo del cancro della pelle. I prodotti per la protezione solare, perciò, non devono dare l'impressione di garantire una protezione per neonati e bambini piccoli. Ma al di là delle regole istituzionali ci sono anche quelle del buon senso da rispettare. E si rinnovano ogni anno. Perciò evitare di esporsi tra le 11 e le 15, utilizzare cappelli e occhiali protettivi, evitare l'esposizione diretta dei bambini. Dopodiché il sole non ha solo effetti negativi. Basti pensare al suo ruolo protettivo per le ossa. Basta solo imparare a proteggersi.

Marco Malagutti



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