Microbi da guerra

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Microbi da guerra



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La consapevolezza che anche un solo uomo possa scatenare epidemie, infatti, non può lasciare indifferente nessuno. Oggi, purtroppo, il rischio sembra si stia trasformando improvvisamente in realtà, con i numerosi casi di antrace che si stanno diffondendo negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali. In vista di una rapida psicosi da minaccia terroristica chimico-batteriologica ogni Stato dovrebbe intervenire - afferma Gro Harlem Brundtland, direttore generale della World Health Organization - aumentando la sorveglianza interna, nonché preparandosi ad agire, se sarà necessario, con azioni mirate e tempestive.
In Italia, il Ministero della Salute ha diffuso e pubblicato sul sito ufficiale l'elenco dei presidi utili in caso di aggressione da agenti biologici, chimici o nucleari in pratica un utile schema che riassume quali sono le possibili minacce e gli eventuali rimedi. Per rispondere a tutti i dubbi della popolazione, inoltre, il Ministero, dal 15 ottobre scorso, ha messo in funzione un numero verde (800 57 16 61), disponibile a cittadini e operatori sanitari per ricevere informazioni sul rischio di possibili guerre batteriologiche in Italia. Il servizio è in funzione dal lunedì al venerdì, dalle 09:00 alle 17:00; solo nelle prime 3 ore di attivazione avevano telefonato già 250 persone!

Che cosa si intende per guerra batteriologica e come può avvenire?


Per minaccia batteriologica si intende la possibilità che forze ostili usino contro i militari e la popolazione civile microrganismi capaci di provocare malattie.
L'epidemia può essere provocata come evento celato o annunciato. Nel primo caso il contagio avviene quasi sempre senza che nessuno sospetti niente, almeno fino al raggiungimento di un certo numero di casi; nel secondo caso, invece, l'attacco è preceduto da minacce evidenti, allo scopo di allarmare e diffondere panico tra la popolazione, spesso senza alcun reale fondamento. Annunciato o no, comunque, i mezzi che i terroristi possono trasformare in vie di contagio sono parecchi:
  • acquedotti
  • condotte del gas
  • fognature
  • linee elettriche
In pratica, tutto ciò che collega tra loro ambienti diversi può facilitare gli attacchi terroristici e ridurre la possibilità di difesa.

I virus e i batteri più temuti


Oggi i mezzi della guerra batteriologica sono soprattutto batteri e virus da tempo "dimenticati" nei paesi occidentali. Secondo la Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, sono considerati AGENTI BIOLOGICI AD ALTA PRIORITÀ (CATEGORIA A) i seguenti microrganismi: Variola major (vaiolo), Bacillus anthracis (antrace o carbonchio), Yersina pestis (peste), Tossina di CI. Botulinum (botulismo) e Virus (come: Ebola, Marburg, Lassa, Febbri emorragiche sudamericane, ...).
Tutti questi virus e batteri, infatti, presentano 4 caratteristiche fondamentali che li rendono particolarmente pericolosi:

  1. possono essere disseminati agevolmente e trasmessi da persona a persona;
  2. causano alta morbosità e mortalità con rischio di un grave impatto sulla sanità pubblica;
  3. possono provocare panico e perturbamento sociale;
  4. richiedono azioni speciali per la preparazione della sanità pubblica.

Variola major (vaiolo)

E' un virus patogeno solo per l'uomo, particolarmente contagioso. Prima dell'eradicazione della malattia (dichiarata dall'OMS nel 1980), era responsabile di un'altissima morbosità e mortalità, che tra le popolazioni non vaccinate era pari al 50% circa.

Caratteristiche cliniche: I primi sintomi sono di tipo influenzale (febbre, malessere generale, astenia, dolori ossei e articolari); dopo 2-4 giorni subentra un'eruzione che interessa le mucose e la cute, con progressione in macule, papule, pustole e croste, con possibilità di ondate successive.

Periodo di incubazione: Da 7 a 17 giorni, in genere 10-14 (circa 10-12 giorni per la comparsa dei primi sintomi e altri 2-4 giorni per la comparsa dell'eruzione).

Vaccinazione: La vaccinazione antivaiolosa è stata sospesa in Italia nel 1977 e definitivamente abrogata con una legge nel 1981.

Rischio di morte: La letalità del vaiolo era del 20-40%; quella del vaiolo minore (o alastrim), causato dal virus variola minor (a decorso benigno), era invece inferiore all'1%.

Mezzi di possibile diffusione bellica o terroristica: Per disseminazione di virus ad opera di velivoli, con formazione di aerosol incolore, inodore e assolutamente invisibile; per contaminazione di materiali ed oggetti di uso comune e di diversa natura (come la carta, le stoffe, i pellami, ...).

Resistenza all'ambiente: Virus stabile se liofilizzato, congelato o semplicemente conservato in glicerina; nelle croste della cute il virus del vaiolo è stabile, poiché riesce a resistere per 3 settimane a 35°C, con umidità relativa del 65%; a 25°C resiste per 8 settimane e in ambiente molto secco (umidità relativa < 10%) resiste, invece, anche per 12 settimane. Diviene inattivo a temperature superiori a 55°C per oltre 30 minuti.

Fonti di contagio: Il contagio da uomo a uomo avviene per contatto stretto, attraverso le secrezioni respiratorie o con lesioni cutanee o mucose di persone con vaiolo conclamato o in fase immediatamente pre-eruttiva. La trasmissione tramite contatto di oggetti infettati, invece, avviene solo se l'oggetto è stato contaminato da poco tempo.

Terapia: L'intervento è di sostegno, con impiego di antibiotici per prevenire le infezioni batteriche. Al momento non esistono studi che confermino l'efficacia terapeutica degli antivirali di nuova generazione. Al bisogno: intubazione, tracheotomia (incisione chirurgica della trachea), supporto ventilatorio e sostegno cardiovascolare.

Bacillus anthracis (antrace - carbonchio)

Germe gram-positivo, capsulato, che produce spore, estremamente resistente all'azione dei disinfettanti chimici e fisici. Per i dettagli cliccare qui

Yersina pestis (peste)

Germe gram-negativo, che non produce spore, aerobio (facoltativamente anaerobio), sensibile all'azione dei comuni disinfettanti chimici e fisici. In natura il ciclo di infezione è mantenuto ad opera di roditori e vettori (pulci).

Caratteristiche cliniche: Esistono 3 forme principali di peste: la peste bubbonica, che interessa il sistema linfatico, con sintomi generali quali: febbre alta, prostrazione, disturbi intestinali, tachicardia e ipotensione; la peste polmonare, che causa broncopolmonite con sintomi quali: cianosi (colorazione blu violacea nella cute e nelle mucose), dolori al torace, polipnea (aumento della frequenza degli atti respiratori), tosse con produzione di muco altamente contagioso se disperso nell'aria (tossendo) e insufficienza respiratoria; può essere primitiva o secondaria alla peste bubbonica; la peste setticemica, estremamente grave che causa febbre alta, ingrossamento della milza e del fegato, diarrea, sindrome emorragica grave e disturbi della psiche.

Periodo di incubazione: Da 1 a 7 giorni (un po' più lungo se vaccinati). Nella peste polmonare primaria è, in genere, più breve (2-4 giorni) e nel caso di contagio per attacco terroristico (disseminata con aerosol) i primi casi di peste di ogni tipo possono comparire dopo soli 2 giorni.

Vaccinazione: In Italia non è disponibile il vaccino. Richiede 3 dosi iniziali, più dosi di mantenimento annuali, ed è protettivo solo nei confronti della forma bubbonica.

Mezzi di possibile diffusione bellica o terroristica:
  • per disseminazione dei bacilli pestosi mediante aerosol;
  • per contaminazione di materiali e oggetti di uso comune;
  • per introduzione di vettori (pulci) e roditori infetti.
Resistenza all'ambiente: Il bacillo della peste resiste poco all'essicamento, a temperature superiori a 30°C e inferiori a 5°C e all'azione dei raggi ultravioletti. Può resistere a lungo, invece, in caso di congelamento.

Fonti di contagio:
  • peste bubbonica: contagio per puntura di pulci infette;
  • peste polmonare: per inalazione;
  • peste setticemica: in entrambi i modi o come complicazione di forme bubbonica o polmonare.
Terapia:
L'intervento è di tipo antibiotico, ma risulta efficace solo se iniziato entro 24 ore dalla comparsa dei sintomi. La terapia, poi, deve essere protratta per almeno 10-14 giorni, mediante streptomicina, cloramfenicolo o gentamicina.

Botulino

Tossina prodotta dal Clostridium botulinum, un bacillo sporigeno gram-positivo anaerobio. Ad oggi sono noti 7 tipi antigenici di tossina botulinica: A, B, C, D, E, F e G.

Caratteristiche cliniche: Esistono due forme di botulismo: quella classica e da ferita. La forma classica (intossicazione botulinica) genera sintomi clinici di gravità variabile a carico del sistema nervoso, con diplopia (percezione di immagine doppia di un oggetto), ptosi palpebrale (abbassamento della palpebra superiore), visione annebbiata, difficoltà ad articolare le parole, disfagia (senso di ostruzione nella deglutizione), secchezza delle fauci, difficoltà respiratorie, forte stanchezza, con progressione sino alla paralisi di tipo simmetrica e con andamento tipicamente discendente. Il quadro clinico è lo stesso sia in caso di contagio per ingestione, sia per inalazione. Il botulismo da ferita, invece, genera sempre una paralisi progressiva a partire dal punto di inoculo.

Periodo di incubazione: I sintomi neurologici dell'intossicazione compaiono dopo circa 12-36 ore dall'ingestione, ma può arrivare a 8 giorni. La durata del periodo di incubazione, comunque, dipende sempre dal modo e dalla quantità di dose botulinica responsabile del contagio e l'andamento della malattia (prognosi) è tanto più grave quanto più breve è stata l'incubazione.

Vaccinazione: Non esiste alcun vaccino.

Rischio di morte: La mortalità, in assenza di trattamento, può arrivare al 70%-80%.

Mezzi di possibile diffusione bellica o terroristica:
  • per contaminazione di alimenti;
  • per mezzo di aerosol;
  • la contaminazione di risorse idriche sembra più complicata, per la necessità di enormi quantitativi di tossina perché questa viene resa inattiva dai comuni trattamenti di potabilizzazione, prevalentemente con cloro, dell'acqua.
Resistenza all'ambiente: Le spore, se prodotte in assenza di ossigeno, sono in grado di resistere fino a 3-5 ore alla temperatura di 100°C, mentre a temperature di 121°C vengono distrutte in soli 3 minuti. La resistenza al calore diminuisce in ambiente acido ed in presenza di elevate concentrazioni saline e zuccherine. La tossina botulinica, invece, a differenza delle spore, viene distrutta con temperature superiori a 80°C per almeno 10 minuti; la clorazione dell'acqua disattiva la tossina in pochissimo tempo.

Fonti di contagio: Alimenti contaminati dalle spore di C. botulinum o da tossina preformata ed introdotta;
non è possibile, invece, il contagio da persona a persona.

Terapia: E' necessario l'impiego di siero antibotulinico.

Altri virus impiegabili a scopo bellico

Le ipotesi di impiego di virus a scopo bellico o terroristico cadono, al momento, sui seguenti microrganismi: Filoviridae (virus delle febbri emorragiche di Ebola e Marburg), Arenaviridae (virus delle febbri emorragiche Lassa, Junin, Machupo), Bunyaviridae (virus delle febbri emorragiche Congo-Crimea), Flaviviridae (virus della Febbre gialla) e Togaviridae (Alphavirus delle Encefaliti Venezuelana, equina orientale ed equina occidentale).

Caratteristiche cliniche: Le febbri emorragiche virali e le encefaliti virali danno sintomi molto simili, aspecifici, di tipo influenzale: febbre, malessere generale, prostrazione, dolori ossei e dolori articolari. Dopo 1-4 giorni si evidenziano sintomi che indirizzano verso una diagnosi definitiva, cioè l'insorgenza di esantema (eruzione cutanea), manifestazioni emorragiche o segni neurologici.

Vaccinazione: L'unico vaccino disponibile è quello contro la febbre gialla.

Rischio di morte:50%-90% per Ebolavirus25% per virus Marburg15%-60% per virus Lassa5%-30% per febbre emorragica argentina e boliviana5%-15% per encefalite e.orientale5%-80% per encefalite e.occidentale2%-50% per febbre emorragica Congo-Crimea20%-50% per febbre gialla
(nelle forme con ittero, cioè colorazione giallastra della pelle)Mezzi di possibile diffusione bellica o terroristica:
  • disseminazione per via aerea;
  • disseminazione di vettori infetti (zanzare, zecche);
  • contaminazione di materiali ed oggetti di uso comune.
Resistenza all'ambiente: In genere, sono virus non molto resistenti all'ambiente esterno, mantenuti nell'ambiente solitamente per mezzo di vettori (pulci) e roditori.

Fonti di contagio: Il contagio umano di Filovirus, Bunyavirus e Arenavirus avviene mediante contatti stretti con secrezioni respiratorie e altri fluidi biologici di persone infette. Il contagio di Flavivirus e Togavirus, invece, avviene esclusivamente attraverso vettori, anche se non è possibile escludere, anche se rarissimo, il contagio interumano (eventualità rarissima).

Terapia: L'intervento è di supporto e, in genere, viene somministrato l'antivirale ribavirina.

Annapaola Medina



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