Esposizione all'amianto

10 ottobre 2003
Aggiornamenti e focus

Esposizione all'amianto



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L'asbesto o più comunemente amianto è un buon esempio di come le ragioni economiche e la salute non vadano necessariamente di pari passo. Questo minerale, infatti, vantava eccezionali caratteristiche fisiche a cominciare dalla refrattarietà al fuoco e, soprattutto, un basso costo. E' per questo che nel volgere di non molto tempo lo si è ritrovato un po' dappertutto. Nell'edilizia, senz'altro, ma anche in applicazioni insospettabili. Per esempio, nei supporti sui quali sono avvolte le serpentine degli asciugacapelli, o persino nei sigari pregiati (dove aveva lo scopo di mantenere compatta la cenere). Peccato che però fosse pericolosissimo e a più livelli.

Che cos'è l'amianto


Un minerale, anzi un gruppo di minerali fibrosi, non combustibili (asbesto deriva dal greco e significa inestinguibile) composti da silicato di calcio e magnesio. Si distinguono due gruppi principali di sostanze: l'amianto anfibolo e l'amianto serpentino. La distinzione è abbastanza importante perché l'anfibolo presenta fibre fragili, che si spezzano facilmente ma possono essere intessute (le famose coperte antincendio, per esempio); il serpentino, invece, ha fibre più lunghe e più resistenti. La famiglia del serpentino è rappresentata dal crisotilo, mentre dell'anfibolo fanno parte antofillite, actinolite, amosite, crocidolite, tremolite.

Gli impieghi


A fare la parte del leone è stata l'edilizia, dove l'amianto veniva impiegato tanto come spray (mischiato cioè a leganti non troppo tenaci) da applicare a elementi metallici o altro con funzioni isolanti, oppure impastandolo con altri materiali (la cosiddetta matrice) a cominciare del cemento. In questo modo si aumenta la resistenza del cemento contenendo il peso e rendendo più facile realizzare elementi prefabbricati. A questo scopo si impiegavano sia l'amianto anfibole sia quello serpentino. In Italia il cemento-amianto è noto come Eternit, e soprattutto per l'elemento ondulato con il quale venivano realizzate le coperture dei tetti (principalmente in Italia settentrionale). Tuttavia ve ne sono anche altri, come le condutture dell'acqua o i pannelli, usati per isolare acusticamente e termicamente gli edifici, in particolare quelli edificati in vetrocemento o in elementi metallici.
Anche nei mezzi di trasporto l'amianto aveva un ruolo cruciale, perché garantiva frenata di auto, moto e veicoli pesanti. Infatti il materiale d'attrito delle pastiglie dei freni a disco, e delle ganasce di quelli a tamburo, conteneva amianto. Elencare le applicazioni sarebbe lunghissimo: se ne contano infatti oltre 3.500

Perché è pericoloso

Come si è detto, l'amianto è un minerale fibroso e anche se è piuttosto friabile, le singole fibre sono molto resistenti e piccolissime: meno di mezzo millesimo di millimetro di diametro per 2-5 millesimi di millimetro di lunghezza. E' chiaro che elementi così piccoli e leggeri possono con grande facilità essere inalati senza essere arrestati dalle ciglia che ricoprono l'epitelio delle vie aeree. Di conseguenza si depositano nei bronchi e negli alveoli dei polmoni, per poi migrare verso la pleura, cioè la membrana che riveste esternamente i polmoni, danneggiando i tessuti.
In definitiva, l'amianto ha tre differenti gravi effetti:
Provoca l'asbestosi, malattia nella quale i tessuti del polmone, irritati dalle fibre microscopiche dell'amianto formano cicatrici fibrose sempre più estese fino a che zone sempre più ampie del polmone perdono la loro elasticità, impedendo di fatto la respirazione o comunque rendendo molto meno efficiente l'ossigenazione, con effetti, per intendersi, analoghi a quelli della broncopneumopatia cronica ostruttiva..
Provoca il mesotelioma, un gravissimo tumore che colpisce la pleura, il peritoneo (il sacco membranoso che racchiude l'intestino) e il pericardio. Se ne conoscono sia una forma benigna, sia una maligna particolarmente aggressiva, tanto che nelle casistiche la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è pari soltanto al 2 per cento. Nella stragrande maggioranza dei casi la forma maligna è causata esclusivamente da esposizione all'amianto.
Aumenta di 5 volte il rischio di carcinoma polmonare nei fumatori.
Mentre nel caso dell'asbestosi gli studi consentono di concludere che è necessaria un'esposizione intensa e prolungata e che, quindi, si tratta di un effetto dose-dipendente, per il mesotelioma non è così. Si ricorda per esempio il caso delle mogli di operai addetti a lavorazioni dell'amianto che erano andate incontro al tumore solo dovendo maneggiare le tute del marito, mentre quest'ultimo non aveva avuto conseguenze. Nel caso del mesotelioma, insomma, non è possibile definire una soglia di rischio, ossia un livello di esposizione così ridotto da essere innocuo e, in ogni caso, la suscettibilità individuale conta.
Un altro aspetto da tenere presente è che le due principali forme di amianto hanno effetti differenti: per la sua maggiore fragilità, l'anfibolo si diffonde più facilmente nell'aria, ragion per cui i difensori dell'impiego dell'amianto in edilizia (Oltreatlantico) sostengono che impiegando il serpentino ( e usando una matrice più tenace per gli impasti) si riducono i rischi. Peccato che il crisotilo sia riconosciuto estremamente cancerogeno.
A oggi, invece, non sembra abbiano effetti nocivi le fibre di amianto eventualmente ingerite (magari per contaminazione delle acque potabili che scorrono in tubature realizzate con amianto).

Sempre rischioso?

La presenza dell'amianto in sé non è necessariamente pericolosa, dipende dal grado di libertà delle fibre. In altre parole un tessuto è molto rischioso, l'amianto spruzzato anche; un elemento di Eternit no, ma solo a patto che non si stia sgretolando. In altre parole, finché le fibre non possono liberarsi nell'aria, perché imprigionate nell'impasto del cemento o di altre sostanze (per esempio le resine), oppure semplicemente perché racchiuse in intercapedini sigillate (come nel caso dei vagoni ferroviari in buono stato) il pericolo può essere ragionevolmente escluso. Il problema nasce quando i manufatti che contengono l'amianto si deteriorano. Per questo oggi la principale fonte di esposizione in Itala sono i tetti in Eternit che, col passare degli anni, per effetto delle intemperie e in particolare delle piogge acide, sono andati progressivamente deteriorandosi con la possibilità, quindi, di liberare le fibre.

Che cosa dice la legge

In Italia dal 1992 (legge 257/1992) è proibita l'estrazione, l'importazione e la lavorazione dell'amianto. Di conseguenza, dal 1992 in poi non è possibile che nell'edilizia, o nell'isolamento di un forno, sia stato impiegato amianto. Anche in precedenza si era legiferato in materia, introducendo limiti all'impiego in talune applicazioni e introducendo limiti di contaminazione dell'aria. Per questo i manufatti, soprattutto quelli casalinghi come guanti da forno o per le assi da stiro, dovevano già prima del 1992 riportare l'indicazione "A" per segnalare la presenza di amianto. Qualora si abbiano ancora in casa oggetti contenenti amianto è bene consultare l'ASL per sapere come e dove conferirli per lo smaltimento.

Il pericolo non è finito

Sfortunatamente, anche se la legge è in vigore dai dieci anni il pericolo non può dirsi superato. Soprattutto nel Nord-Italia, infatti, sia i materiali per edilizia sia altri manufatti contenenti amianto sono ancor molto diffusi. Inoltre, visti i lunghi periodi che intercorrono tra l'esposizione e lo sviluppo della malattia, è probabile che nel prossimo futuro aumentino i casi di mesotelioma e delle altre malattie dovute al minerale. E' già qualche anno, infatti, che la forma tumorale legata al lavoro più spesso riscontrata sia proprio il mesotelioma pleurico, come segnala l'Osservatorio statistico dell'INAIL. Analizzando i 600 casi registrati tra il 1988 e il 1999, inoltre, l'INAIL ha potuto calcolare in quale percentuale la malattia colpirà i diversi settori di lavoro. In testa c'è la cantieristica navale, con il 30,3%, seguita dall'industria nel suo complesso (27,6%) e dalla cantieristica ferroviaria (14,4%). Inoltre, sempre l'INAIL ricordava che a marzo 2002 erano in totale 136.762 i certificati di esposizione all'amianto rilasciati su richiesta dei lavoratori, dei quali oltre 60.000 positivi.

Come difendersi

Istintivamente, verrebbe da pensare che il modo migliore sia rimuovere gli elementi in amianto e stoccarli in posti sicuri, ma non è esattamente così. In molti casi rimuovere l'amianto può causare repentini (e pericolosi) innalzamenti della quantità di fibre presente nell'aria. Nel caso dei tetti di Eternit che si stanno degradando, per esempio, la soluzione più razionale è rivestire gli elementi con sostanze che intrappolino le fibre (materiali plastici) , operazione che viene definita di incapsulamento, e nell'applicare poi rivestimenti metallici (confinamento).
E' evidente che le soluzioni vanno cercate caso per caso e che, comunque, prima di procedere a lavori di bonifica è necessario far eseguire i rilievi del caso interessando la propria ASL. Infatti per giudicare della pericolosità della situazione è necessario controllare l'entità della presenza di fibre nell'aria. Si tratta di un'operazione relativamente semplice, che consiste nell'aspirare l'aria atmosferica attraverso un filtro per poi contare il numero di fibre servendosi di un microscopio. In Italia il massimo livello ammesso è di 0,6 fibre per centimetro cubo per il crisotilo e di 0,2 ff/cc per gli anfiboli e le miscele.
Da evitare assolutamente il fai da te: sia perché lo smaltimento non è possibile al singolo sia perché per operare con l'amianto sono necessari sistemi di protezione ben diversi dalle mascherine da verniciatore in vendita nei colorifici.

Maurizio Imperiali



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