Basterebbe un dollaro

20 giugno 2008
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Basterebbe un dollaro



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Come aiutare la lotta alla povertà e alle malattie del paese che si visita? Basterebbe un dollaro per ogni viaggiatore. Una piccola tassa turistica per chi si reca nei Caraibi. La provocatoria proposta arriva da Peter Hotez, direttore di Plos Neglected Disease, in un'editoriale appena pubblicato dalla rivista. L'editorialista, che è anche professore alla George Washington University, fa riferimento ai Caraibi, che sono una delle regioni del mondo più turismo-dipendente, con quasi un quarto della forza lavoro coinvolto nel business diretto ad approvvigionare i turisti. Secondo le cifre fornite dall'Organizzazione Turistica Caraibica (CTO) 22 milioni di turisti vanno ai Caraibi ogni anno, per una spesa di qualcosa come 21,6 miliardi di dollari. Oltre l'80% di questi turisti arrivano dagli Stati Uniti (11,4 milioni), dal Canada (1,7 milioni) e dall'Europa (5,3 milioni) e lo scopo del viaggio è, evidentemente quello della vacanza. Ma i Caraibi non sono solo spiagge e mare, esiste una sacca nascosta di povertà, associata alla quale ci sono malattie, le malattie tropicali endemiche (Neglected Tropical Disease, NTDs), concentrate in particolare in quattro paesi importanti della regione: Repubblica Dominicana, Guadalupe, Haiti e Giamaica. Alcuni numeri servono a rendere l'idea.

Neglette e diffuse


Dei 720mila casi di filariasi linfatica, un'infezione causata da Wuchereria bancrofti che può portare a elefantiasi, il 90% si verifica nei Caraibi, 560mila casi ad Haiti e 50mila nella Repubblica Dominicana. Al secondo posto dopo il Brasile per il numero di casi di Schistosomiasi è di nuovo la Repubblica Dominicana, ma si difendono anche Guadalupe, Antigua e Barbuda. Ancora, la più alta prevalenza di tre tra le principali infezioni elmintiche si riscontra nelle aree più povere dei Caraibi. Un quadro reso ancor più drammatico dall'osservazione che queste infezioni sono state portate nei Caraibi, con la tratta atlantica di schiavi e tuttora si verificano nei soggetti poveri o discendenti dall'Africa. Ma non finisce qui. In queste zone esistono altre infezioni come la lebbra, infezioni che, peraltro, le terapie disponibili permettono di contenere. Per non parlare della febbre di Dengue, un altro problema piuttosto serio e non solo nelle zone più desolate, ma anche in quelle più sviluppate come Portorico.

Aiuto al costo di un cocktail


Il fatto è che questo tipo di malattie, con eccezioni come la Dengue, non sono considerate minacce significative per il turismo occidentale. Con la beffa che nonostante l'enorme quantità di ricchezza introdotta in queste terre con il turismo, molto poco viene destinato alle zone di povertà, per affrontare queste malattie neglette. E il fatto ancor più stridente è che si potrebbero eradicare e anche a un basso costo. I farmaci necessari, infatti, sono sia reperibili che economici. Ed è proprio questo il senso della proposta di Hotez. Dato che l'industria farmaceutica sarebbe disponibile a donazioni e che esiste la disponibilità di generici a basso costo, basterebbe una quantità minima di denaro per controllare le NTDs. Dove reperire i fondi? Beh se ogni turista donasse un dollaro, i 20 milioni di dollari generati sarebbero sufficienti a eliminare filariasi linfatica e schistosomiasi dai Caraibi. Ulteriori fondi potrebbero essere destinati a quelli che Hotez chiama "vaccini antipovertà" e quindi alla prevenzione. E' urgente, conclude l'editorialista, identificare nuovi meccanismi di finanziamento che arrivino o dai governi locali o da meccanismi esterni come per esempio la sovvenzione di un dollaro da parte dei turisti. Non sono malattie da sottovalutare e hanno un impatto importante sullo sviluppo dei bambini e sull'esito della gravidanza e se un dollaro per turista, meno del costo di una pina colada, potesse risolvere qualcosa, forse ci si potrebbe fare un pensierino.

Marco Malagutti



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