Viaggi da sonno

25 febbraio 2004
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Viaggi da sonno



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Un volo di 12 ore può costare caro, e non solo in termini economici. Se, partendo dall'Italia, la meta del viaggio sono i Caraibi bisogna mettere in conto almeno sei giorni per recuperare lo sbalzo di fuso orario, ma va peggio quando si va verso la Tailandia o la Malesia, perché a quel punto ne servono nove di giorni. Insomma un bel cumulo di tempo da smaltire in una vacanza esotica che magari dura poco più di una settimana.

Orologio fuori sincrono


La penale da pagare non è certo piacevole perché il jet lag è stato riconosciuto come una vera e propria sindrome con sintomi e segni precisi. Si va incontro a disturbi del sonno, mancanza di appetito, nausea, irregolarità intestinale, stanchezza e malessere generali, il tutto scatenato dalla desincronizzazione dei ritmi circadiani legati al sonno e alla veglia. In pratica l'organismo abituato alle cadenze quotidiane degli eventi scandite dall'alternarsi della luce e del buio, fatica ad adeguarsi all'avvicendamento giorno-notte che in quell'area geografica si verifica in un momento diverso, anzi sfasato, rispetto alla regione di partenza.
Il recupero teorico è di 90 minuti al giorno quando ci si sposta verso ovest e di 60 andando verso est, e con alcune piccole astuzie la vacanza (o il viaggio di lavoro) non si trasforma in un incubo. Il segreto è la luce: quando si va verso ovest bisogna cercare di rimanere svegli finché è giorno e andare a dormire quando fa buio; andando verso est è consigliabile evitare al mattino una luce troppo forte e cercare di rimanere all'aperto il più possibile nel pomeriggio.

Caffè corretto


In queste situazioni, alcune sostanze possono giocare un ruolo critico nel contenere o esacerbare gli effetti del jet lag. E' piuttosto diffuso il ricorso all'uso di integratori contenenti melatonina. In realtà, l'organismo stesso produce questo ormone, e lo fa di notte: con il sopraggiungere del buio la ghiandola pineale o ipofisi (presente nel cervello) inizia a secernere l'ormone, la sua concentrazione nel sangue aumenta tra le 2 e le 4 del mattino per poi diminuire con le prime luci del mattino. Assunta come supplemento alimentare, la melatonina sembra dare un aiuto importante alla resincronizzazione dell'orologio biologico.
Al contrario, bevande alcoliche, o stimolanti come il caffè possono creare uno stato di tensione che non facilita l'adattamento dell'organismo ai nuovi ritmi.
Tuttavia, un recente studio suggerisce che il jet lag può essere quantomeno migliorato tanto con la caffeina quanto con la melatonina. Hanno fatto da "cavie" tre gruppi di piloti texani, categoria particolarmente esposta al problema, abituati ad andare a letto alle 23 e dormire per sei-sette ore circa. Per cinque giorni si sono imbarcati su voli diretti in Francia (quindi sette fusi orari verso est), durante i quali non era loro permesso di dormire. A un primo gruppo è stato somministrata caffeina a rilascio lento nel primo giorno di recupero fino al quinto, un secondo gruppo ha assunto la melatonina un giorno prima di partire, nel primo giorno di volo e poi fino al terzo; contemporaneamente al terzo gruppo veniva dato un placebo. Come ci si attendeva la melatonina ha migliorato la qualità del sonno lasciando però una sensazione di sonnolenza durante il giorno; per contro la caffeina a lento rilascio ha risolto i sintomi diurni del jet lag andando però a compromettere la qualità del sonno. Entrambe le soluzioni sembrerebbero avere effetti positivi sui comuni sintomi del jet lag.
E' auspicabile che vengano fatti altri test per trovare una risposta univoca e senza effetti collaterali, nel frattempo al viaggiatore rimane la scelta: notti di sonno sereno e riposante o giornate in ottima forma? Forse la decisione dipende dalle aspettative e dagli obiettivi del viaggio.

Simona Zazzetta



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