Rwanda

20 giugno 2008
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Violentate, torturate, mutilate ed uccise. Questo il destino di molte donne in Ruanda a seguito del genocidio del 1994, quando furono trucidati, a colpi di machete, più di 800.000 tutsi e hutu moderati ad opera degli hutu più estremisti. I soggetti più deboli, come sempre accade per simili atrocità, sono i primi ad essere colpiti. È successo così che il livello di violenza ed il trauma psichico cui sono state esposte le donne è stato enorme con inevitabili conseguenze a lungo termine. Lo scenario che si presenta oggi è perciò quello di famiglie sconvolte e in gran parte sorrette da donne e minori.

L'associazione


Vedove, orfane o vittime del genocidio e per di più sieropositive se non malate di AIDS a causa delle sistematiche violenze sessuali subite nel periodo del genocidio. Una situazione da cui è difficile uscire senza un aiuto ed è per questo che è nata un associazione a Kibuye, verde località tra le più belle ma anche tra le più sconvolte del Ruanda, di donne sieropositive sia hutu che tutsi. Per ora l'associazione è formata da 25 donne, che cercano di portarsi aiuto reciproco, e delle persone a carico (dai 50 ai 100 bambini o ragazzi orfani). È probabile che una volta avviato il progetto ci saranno altre donne che oseranno rivelare il loro stato. Uno degli aspetti più rilevanti, infatti, oltre ai problemi di salute e famigliari, sta nel fatto che lo stupro subito è vissuto nella cultura tradizionale ruandese con vergogna e, conseguentemente, nel silenzio; le vittime devono perciò essere incoraggiate a uscire allo scoperto.

Gli obiettivi


Ora, otto anni dopo il genocidio, molte di queste donne sieropositive sono morte di AIDS o si trovano in prossimità della fine ma altrettante si battono per sopravvivere soprattutto perché hanno a carico dei figli o qualche parente sopravvissuto. Ecco perché è necessario fornire accesso alle cure sanitarie e conseguente reinserimento sociale e accesso alla scolarizzazione o ad una formazione universitaria per i bambini o per i ragazzi a loro carico. Gli obiettivi da perseguire perciò sono il recupero di uno stato di salute tale da permettere loro di svolgere una vita attiva normale; il recupero di condizioni di vita che permettano il recupero della dignità e il reinserimento sociale e, infine, attrezzature scolastiche. Come arrivare a tutto questo? Naturalmente non è semplice. L'associazione O.N.L.U.S. Progetto Ruanda ha elaborato un progetto suddiviso in tre componenti fondamentali:

Assistenza sanitaria
Terapia dell'AIDS e delle altre affezioni e trattamento del trauma con una psicoterapia collettiva

Autonomia economica
Costruzione di una casa a tutte le donne del gruppo che si trovano senza alloggio o in abitazioni di fortuna; finanziamento di un'attività produttrice di reddito; creazione di una cassa di credito e, infine, assicurazione di una formazione iniziale delle donne.

Scolarizzazione e assistenza ai bambini e ai ragazzi
Valutazione della situazione scolastica e successivo programma di recupero scolastico; disponibilità di materiale; valutazione dei risultati scolastici dei ragazzi e, infine, attivazione di progetti di adozione a distanza.

Come aiutare

Il progetto è molto ambizioso e necessita di un forte sostegno economico iniziale per decollare. La previsione è, infatti, di un sostegno per la triterapia per il primo anno e di un aiuto scolastico per un anno, successivamente assicurato dall'auspicato miglioramento della situazione economica delle donne e dalle adozioni a distanza.
Per questo sabato 9 marzo a Milano alle 17.00 presso la Palazzina Liberty è in programma una Mostra "LE DONNE DEL RWANDA" con vendita all'asta di 130 opere di artisti contemporanei. Il ricavato servirà a finanziare il progetto "Coraggio di Vivere" destinato alle donne della regione di Kibuye e ai loro 100 bambini. Un incoraggiamento è doveroso perché Kibuye ritorni ad essere una delle più belle località del Ruanda e non più una delle più sconvolte.

Marco Malagutti

Per informazioni

Progetto Ruanda O.N.L.U.S.
Via dell'Arco della Ciambella, 6 00186 Roma
Tel. 06 35454583 - Fax 06 6874035
Via Marciano, 6 20133 Milano
Tel. - Fax 02 7610405



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