Morire di sete

25 luglio 2003
Aggiornamenti e focus

Morire di sete



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Si muore prima di sete che di fame, questo lo sanno tutti, ma che si può morire anche per aver bevuto troppo forse lo sanno ancora in pochi.
A raccogliere le cattive notizie ci ha pensato un ricercatore di Città del Capo, direttore dell'Unità di Ricerca in Scienza dell'Esercizio (fisico, ndr) e Medicina dello Sport. Timothy David Noakes attacca apertamente, dalle pagine del British Medical Journal, le linee guida attuali che raccomandano l'ingestione di molti liquidi agli atleti e a chiunque faccia sport.
L'episodio che ha scatenato l'ira di Noakes è stata la morte, per encefalopatia iponatremica (da carenza di sodio), di un'atleta durante la maratona di Boston del 2002. La sfortunata aveva bevuto quantità eccessive di una bibita "sportiva", più o meno quella che da noi si definisce bevanda energetica, sia prima sia durante la gara. Per quanto raro, sembra che questo non sia un caso isolato: l'autore dell'editoriale ne ha rintracciati altri 7 con esito fatale, e la letteratura ne segnala altri 250, per fortuna con esiti migliori.
Dall'antichità fino ai tardi anni '60 agli atleti si diceva di non bere durante l'esercizio,nella convinzione che l'ingestione di liquidi compromettesse la prestazione sportiva. Nel 1969 venne pubblicato un articolo scientifico, incautamente intitolato "Il pericolo di un inadeguato apporto di acqua durante la maratona" che fornì a molti lo spunto per effettuare altri studi in questa direzione. Tra i molti che finanziarono gli studi successivi ci furono, ovviamente, le nascenti industrie di bibite sportive e, pur in assenza di rischi dimostrati, si è giunti alle attuali linee guida. Raccomandazioni superficiali, non sostenute da studi controllati, basate su quattro assunti, assolutamente discutibili:
  1. tutto il peso perso durante l'esercizio deve essere recuperato, per scongiurare il rischio disidratazione e migliorare la prestazione fisica
  2. lo stimolo fisiologico della sete è inaffidabile, in quanto sottovaluta quelle che sono le reali necessità di liquidi dell'organismo durante l'attività sportiva
  3. il fabbisogno di liquidi di tutti gli atleti è sempre lo stesso, perciò si possono emanare delle raccomandazioni generali valide in tutto il mondo
  4. l'eccessiva ingestione di liquidi non può certo far male
Da quando si è diffusa l'opinione che fosse meglio bere il più possibile, i casi di encefalopatia iponatremica hanno cominciato a diffondersi tra atleti, soldati e maratoneti.
In attesa di nuove linee guida internazionali non serve farsi prendere dal panico, né tanto meno addentrarsi in polemiche inutili. Basta usare un po' di sano buon senso: bere quando si ha sete, quando fa molto caldo, quando si sta sudando molto; ricordando a chi effettua sport agonistici che bere troppo significa anche aumentare di peso...diventando più lenti.

Elisa Lucchesini



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