Sbronze senza postumi

25 febbraio 2005
Aggiornamenti e focus

Sbronze senza postumi



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E' probabilmente l'ultimo grido in fatto di rimedi esoterici, a metà tra l'hi-tech e il filtro magico, e già dal soprannome, pillola del KGB, promette bene per gli amanti del mistery. Si tratta di un ritrovato destinato, nelle intenzioni. a diminuire gli effetti indesiderati dell'assunzione di alcol. Effettivamente è stato a messo a punto in Unione Sovietica e, inizialmente, come progetto classificato per le potenziali applicazioni in campo spionistico e militare: poter bere, magari in compagni di un contatto o di un bersaglio, fargli perdere lucidità e freni inibitori ma rimanendo sobri. Roba da Ian Fleming, il papà di James Bond. Le cose non andarono così. Le sostanze impiegate avevano l'effetto di impedire la sintesi di acetaldeide a livello epatico. Questa sostanza è un sottoprodotto della metabolizzazione dell'alcol molto tossico, responsabile a breve degli effetti comunemente definiti postumi della sbronza e, a lungo termine, dei danni d'organo causati dal consumo cronico di alcol. Contemporaneamente, la RU-21 (questo il nome tecnico) sarebbe in grado di potenziare l'azione dell'aldeide-deidrogenasi 2, l'enzima che converte l'acetaldeide in sostanze non tossiche.
Quindi se è vero che c'è una più rapida metabolizzazione dell'alcol, ciononostante gli effetti dell'intossicazione acuta, cioè l'ebbrezza, restano: rallentamento dei riflessi, euforia, alterazione delle capacità di giudizio. Quindi per il KGB la RU-21 era inutile. Così il progetto venne declassificato e fino a un paio d'anni fa ha dormito tranquillamente in qualche cassetto dell'Accademia delle Scienze sovietica e ora russa.

Niente di nuovo


In effetti la RU-21 non contiene sostanze di sintesi o molecole in qualche modo frutto di una ricerca ex-novo. A tutti gli effetti è un integratore alimentare, visto che i componenti principali sono l'acido succinico, l'acido fumarico, la levo-glutamina e la cara, vecchia vitamina C. Tuttavia il suo arrivo negli Stati Uniti, attraverso una società chiamata Science Spirit (e di quale spirito si tratti è lecito dubitare), ha creato il caso. Il pubblico, soprattutto i giovani e i vitaioli, vi hanno visto la possibilità di bere senza conseguenze, complice anche il basso prezzo (un dollaro a compressa). Non è esattamente così: anche i consulenti medici degli stessi importatori chiariscono che la pillola, da assumersi prima o durante le libagioni, funziona se si beve poco o moderatamente; inoltre, sembra efficace se si consumano alcolici di qualità e non il vinaccio arricchito di aromatizzanti o la vodka del supermercato in bottiglie di plastica che impazzano negli Stati Uniti. Per inciso, con bevande alcoliche di qualità i postumi sono comunque più ridotti. Anche gli effetti a lungo termine, cioè la riduzione dell'impatto del consumo cronico, sono tutto sommato da provare: le uniche ricerche condotte al riguardo sono ancora quelle dell'Accademia delle Scienze, non sono stati pubblicati su riviste internazionali e, insomma, non sembrano al di sopra di ogni sospetto. A promuovere il boom ha poi contribuito la miriade di siti web dedicati alla vendita di integratori di varia natura o quelli sorti appositamente per il nuovo prodotto: non è da escludere che fra breve le caselle di posta elettronica, oltre che dalle proposte di farmaci per rapide erezioni e pronte sedazioni, siano invase anche dai promo della RU-21 (e degli inevitabili cloni).
E' vero che teoricamente la RU-21 non dovrebbe avere effetti indesiderati ma, al massimo, non funzionare. Però in medicina tutto quello che è inutile è pericoloso e, giustamente, negli Stati Uniti si teme che il senso di protezione possa incentivare i consumi e che il fraintendimento delle finalità del supplemento porti magari un maggior numero di persone a mettersi al volante in stato di ebbrezza, magari credendosi James Bond (o Triplo XXX, i tempi cambiano).

Maurizio Imperiali



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