Psicosi cannabis

13 maggio 2005
Aggiornamenti e focus

Psicosi cannabis



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La cannabis non è una droga leggera. Così si esprime, senza mezze misure, il sito del ministero della Salute. Del resto ormai più studi hanno assodato un legame, e pare anche piuttosto forte, tra il consumo di cannabis e forme di paranoia, allucinazioni o altri sintomi psicotici. Quello che fino a ora nessuno aveva spiegato in modo chiaro è se sia la droga a causare la psicosi o queste ultime a portare verso lo spinello. Ora una nuova ricerca, pubblicata su BMC Psychiatry, sembrerebbe confermare il ruolo causale della cannabis, anche se somministrata oralmente e, di conseguenza, con minore concentrazione nel sangue.

Che cosa dice lo studio


Gli autori dello studio sono preoccupati. Dicono, infatti, nella premessa dello studio, che le legislazioni depenalizzanti in merito al possesso di cannabis che vanno diffondendosi in Europa, non in Italia per la verità, potrebbero indurre i giovani a consumarne con più leggerezza. Niente di più sbagliato. La cannabis, e ormai parecchi studi lo hanno accertato, non è una sostanza priva di conseguenze e va considerata come un argomento inerente la salute pubblica. In particolare a preoccupare i ricercatori è la sua associazione con psicosi acute. Diffidenza, tendenza all'esagerazione, eccitazione, paranoia, confusione mentale, perdita di attenzione e concentrazione sono solo alcuni dei sintomi più frequentemente citati. Non solo, un recente studio ha associato il consumo di cannabis in adolescenza a un rischio due, tre volte superiore di sviluppare successivamente schizofrenia. Un curriculum da non sottovalutare. Va detto però, sottolineano i ricercatori, che anche gli aspetti terapeutici della "droga ricreativa" sono un argomento in costante sviluppo. Il THC, uno dei principi attivi della cannabis, è disponibile sintetico (dronabinolo) per un ristretto uso medico, dal 1985, negli Stati Uniti. Il Nabilone, un altro analogo sintetico, è in vendita in Gran Bretagna per il trattamento di nausea e vomito causati dalla chemioterapia. Ma molte altre sono le applicazioni cliniche in studio per le patologie più disparate. Ecco perché è importante conoscerne i potenziali effetti collaterali sulla psiche. I due casi presi in esame riguardano due soggetti sani, occasionali ma regolari consumatori di cannabis senza precedenti psichiatrici familiari che hanno sviluppato sintomi transitori di psicosi dopo una somministrazione orale della droga. Il grosso vantaggio dello studio è che al contrario di altri casi documentati, dove sia le circostanze sia la concentrazione nel sangue erano sconosciute, qui i fenomeni si sono manifestati sotto condizioni sperimentali con la conseguente documentazione della dose ingerita, del manifestarsi temporale degli effetti sul comportamento e sulle performance e, infine, dei livelli di cannabinoide nel sangue. Un aspetto questo del dosaggio particolarmente importante. Come è possibile che un dosaggio assai inferiore rispetto a quello causato dal fumo di cannabis, possa determinare effetti psicotici? I ricercatori fanno alcune ipotesi tra cui quella che si producano per questa via metaboliti psicotomimetici, per ora sconosciuti, ma presumibilmente molto potenti. E' importante, perciò, si conclude la ricerca, che aumenti la consapevolezza che la cannabis orale, sempre più presente in speciali bevande o cibi (peraltro non reperibili da noi) o in medicinali, nonostante le basse concentrazioni sanguigne può produrre significative reazioni psicotiche. Attenzione perciò.

Marco Malagutti



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