Legali però...

30 marzo 2007
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Legali però...



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Ecstasy e LSD sono più pericolose di sostanze d'abuso ma lecite come alcol o alcuni farmaci, la cannabis è più dannosa del fumo di sigaretta. Tutto sbagliato. Viene dall'Inghilterra una ricerca che getta ulteriore scompiglio in una materia incandescente per la politica, ma a volte controversa anche per gli addetti ai lavori. Perché l'analisi puntigliosa degli autori d'Oltremanica sui pericoli per sé e per gli altri delle sostanze d'abuso, li porta a proporre una classificazione che entra in contrasto con quella ufficiale su cui si basano i criteri sanzionatori e che ha molte analogie con altri paesi. Il dato che fa più scalpore è che sostanze d'abuso legali, alcol e tabacco, sono più nocive di molte droghe. Ma è d'obbligo puntualizzare che sul piano scientifico questa non è proprio una novità, e che non si smentiscono effetti e rischi delle sostanze psicoattive in genere.

Tre categorie di danni prodotti


Il metodo seguito è esaustivo. Si sono considerate tre categorie di danni, pericolosità fisica, dipendenza, conseguenze sociali, ciascuna con tre sottocategorie: effetti acuti, cronici, associati alla via endovenosa; piacere indotto, dipendenza psicologica e fisica; comportamenti da intossicazione, altri rischi sociali, conseguenze economico-sanitarie. Nel primo gruppo per esempio, crisi cardiache acute per la cocaina; effetti cronici psicotici per gli stimolanti; rischi cronici supplementari da "buco" (epatiti) per l'eroina; l'etanolo e la nicotina sono quelli che inducono più danni fisici per uso cronico. Nel secondo gruppo piacere marcato per cocaina e oppiacei o effetto rapido con cocaina, crack ma anche cannabis (THC, tetraidrocannabinolo) e nicotina, e loro forte dipendenza, che vede il tabacco in testa seguito da eroina e alcol. Nel terzo gruppo, comportamenti violenti e incidenti per etanolo e altre sostanze, costi sanitari massimi di nuovo per fumo e alcol seguiti da droghe endovenose. Tutti questi aspetti sono stati esaminati per venti sostanze, incrociando le valutazioni di due team indipendenti, uno di psichiatri specialisti in tossicodipendenze e l'altro di esperti di aree implicate cioè chimici, farmacologi, epidemiologi, psichiatri, medici legali, operatori di Polizia.

Ben piazzati etanolo e tabacco


La classifica finale, in ordine decrescente di pericolosità, è stata: eroina, cocaina, barbiturici, metadone di strada (al di fuori dei servizi), alcol, ketamina (un analgesico), benzodiazepine, amfetamine, tabacco, buprenorfina (un analgesico), cannabis, solventi, 4MTA (4metiltioamfetamina), LSD, metilfenidato (il Ritalin), steroidi anabolizzanti, GHB (per disassuefare gli alcolisti), MDMA (l'ecstasy), alchilnitrati, khat. Questo in disaccordo con l'UK Misuse of Drugs Act ufficiale, che mette nella classe A di pericolo maggiore ecstasy, 4MTA, LSD, cocaina, eroina, metadone di strada, nella classe B amfetamina, metilfenidato, barbiturici, nella C buprenorfina, benzodiazepine, GHB, anabolizzanti, cannabis, e soprattutto non include l'alcol e il tabacco, oltre ad altre sostanze. Un'esclusione, quella delle due "droghe legali", che gli autori enfatizzano come arbitraria in una prospettiva scientifica. La lunga e radicata presenza dell'alcol nelle culture occidentali, commenta l'editorialista, rende difficile criminalizzarlo (vedi il fallimento del proibizionismo USA nel 1920-30), mentre si potrebbe agire di più su tassazione e controlli; la liberalizzazione di tutte le droghe psicoattive non sarebbe però una buona politica sanitaria e appesantirebbe di molto il carico di nocività di alcol e tabacco. La conclusione vera è che bisogna studiare strategie per ridurre la domanda, specie tra i giovani, delle sostanze psicoattive in genere.

Elettra Vecchia



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