Non pazienti ma utenti

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Non pazienti ma utenti



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L'esperienza insegna che non è possibile approcciare il problema della tossicodipendenza seguendo un percorso unico. La parola chiave è la multidisciplinarietà, una strategia che integra l'intervento sull'individuo su diversi fronti: farmacologico, educativo, sociale e psicologico. Questi aspetti riflettono il lavoro che viene svolto nei Ser.T., i Servizi Tossicodipendenze, organi territoriali del Servizio Sanitario Nazionale che si occupano dei problemi legati alla tossicodipendenza.
Per quanto l'organizzazione sia in fase di evoluzione, attualmente i Ser.T sono presenti su tutto il territorio; nelle grandi città è possibile trovarne uno per ciascun distretto in cui l'area urbana è stata suddivisa, e tutti fanno riferimento, per la direzione generale, alla ASL della città.
All'interno di ogni Ser.T. si incontrano due tipi di figure professionali, mediche e sociali, che fanno capo a un primario. Gli operatori sanitari sono medici e infermieri, a loro è affidato il trattamento farmacologico della tossicodipendenza; le figure sociali sono educatori, assistenti sociali, psicologi che si occupano degli interventi psicosocioeducativi. Il lavoro degli operatori si integra in un programma che sarà differenziato in funzione delle caratteristiche del caso preso in carico.

Le vie del Ser.T.


"Gli utenti arrivano ai Ser.T. per vie diverse - afferma Nicoletta Caputo, educatore professionale Ser.T. distretto n°4 - alcuni si rivolgono a noi volontariamente; in altri casi si tratta di persone condannate per piccoli reati alle quali, in quanto tossicodipendenti, viene riconosciuta la possibilità di entrare in un programma del Ser.T. e quindi evitare il carcere. Una volta concluso il processo e stabilita la pena ci sono 30 giorni di tempo per avviare una procedura di presa in carico del soggetto".
Il programma deve essere visionato e accettato, quando scatta l'affido come alternativa al carcere il Ser.T. diventa responsabile del programma e garantisce che esso venga seguito. Periodicamente deve riferire all'avvocato o al magistrato e, se ritenuto opportuno, il programma può essere revocato.
In ogni caso l'accoglienza del Ser.T. prevede due colloqui, uno con un medico e uno con una figura sociale; il caso viene discusso in equipe per stabilire un percorso individuale e nell'arco di due o tre giorni il soggetto entra in trattamento. "Il trattamento - prosegue Caputo - prevede la somministrazione di farmaci, metadone obuprenorfina e un programma psicosocioeducativo adeguato alla valutazione psicosociale del caso. Si può optare per la comunità terapeutica residenziale: il tossicodipendente entra nella comunità dove rimarrà per un certo periodo di tempo. Se il paziente è nelle condizioni di poter continuare a vivere a casa propria si sceglie la versione semiresidenziale con alcune limitazioni sugli orari. Tuttavia, quando oltre a poter tornare a casa, il soggetto ha un lavoro ed è in qualche modo inserito in un contesto sociale, ci si orienta verso l'affiancamento di un operatore che lo prende in carico e lo segue".

Cura e prevenzione


Il ruolo dei medici e degli infermieri interessa la somministrazione dei farmaci, e la loro gestione.Sono presenti alla distribuzione delle dosi, effettuata tutte le mattine, e stabiliscono il dosaggio in base ai controlli settimanali delle urine: se l'esame risulta positivo significa che il dosaggio è troppo basso e quindi deve essere aumentato. L'obiettivo dell'uso di farmaci affiancato al programma psicosocioeducativo è scalare le dosi, così da ridurre progressivamente l'azione fino a zero. Si può anche decidere per l'affido del farmaco: si consegnano sette dosi sufficienti per sette giorni in modo che l'utente debba andare al Ser.T. solo per il controllo delle urine. In questo modo si evita di creare ostacoli per esempio nelle attività professionali del tossicodipendente.
Il personale infermieristico, tuttavia, svolge anche un lavoro di prevenzione, trasmettendo informazioni sulle malattie correlate al consumo di droga: per esempio, sull'uso corretto delle siringhe per evitare AIDS e epatite. Esistono anche progetti di prevenzione più ampi che coinvolgono scuole, studenti e insegnanti; inoltre ogni Ser.T. possiede un'unità mobile che si muove sul territorio distribuendo siringhe sterili e profilattici.

Cocainomani, i nuovi tossici

La crescente diffusione dell'abuso di cocaina sta lentamente creando una nuova figura di tossicodipendente con cui gli operatori del Ser.T. devono confrontarsi. "I farmaci usati per la disintossicazione degli eroinomani sono inefficaci con i cocainomani - dice Nicoletta Caputo - inoltre si tratta di persone che non si riconoscono nella figura del tossicodipendente e la loro presain carico è diversa. Solitamente sono soggetti socialmente inseriti e raramente con difficoltà economiche, quindi bisogna pensare a percorsi diversi evitando il più possibile il contatto con gli altri utenti del Ser.T."

Obiettivo: la dismissione

I programmi di recupero dei tossicodipendenti sono percorsi a lungo termine, nella migliore delle ipotesi durano 3-4 anni e possono prolungarsi fino a 10 anni se si presentano ricadute.
La dismissione è in ogni caso preceduta da un periodo di monitoraggio di 6-12 mesi in cui si eseguono esami delle urine oppure, per evitare che il soggetto rientri in contatto con il Ser.T. si ricorre all'esame del capello che è in grado di conservare la storia di eventuali consumi di droghe avvenuti nei mesi precedenti.

Evoluzione o involuzione?

La riorganizzazione degli organi sanitari locali è orientata verso l'aziendalizzazione delle unità operative; nella pratica ciò significa che possono essere aperti Ser.T. privati accreditati dando il via a un processo di "concorrenzializzazione" dei servizi offerti all'utente che dovrà a quel punto pagare un ticket (ora è un servizio gratuito) come per gli altri servizi sanitari erogati da strutture convenzionate. Inoltre, mentre ora c'è una competenza rispetto alla residenza, l'utente potrà scegliere a quale Ser.T. rivolgersi, preferendo verosimilmente quelli con più utenti. I Ser.T. attualmente esistenti a Milano, che gestiscono in media 600 utenti, verranno accorpati in strutture complesse che dovranno raggiungere i 1250 utenti per poter avere un primario.
Infine si andrà verso un'equiparazione tra i Ser.T. e le comunità terapeutiche, e quindi l'utente potrà scegliere in quale struttura andare; si perderebbe così il controllo della struttura pubblica e la multidisciplinarietà che i Ser.T, a differenza delle comunità, sono in grado di garantire, sempre.

Simona Zazzetta



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