Si fuma meno, si inizia prima

13 febbraio 2009
Aggiornamenti e focus

Si fuma meno, si inizia prima



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Venti sigarette al giorno riducono di circa 4,6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni. Ovvero un giorno di vita in meno per ogni settimana di fumo. Si stima che di 1000 maschi adulti che fumano uno morirà di morte violenta, sei moriranno per incidente stradale e ben 250 saranno uccisi dal tabacco per patologie ad esso correlate. Sulla base di questi numeri si può ben capire perché l'OMS abbia definito il fumo di tabacco come "la più grande minaccia per la salute nella Regione Europea". Del resto gli organi colpiti dal fumo di tabacco sono molteplici, tanto che i CDC statunitensi hanno identificato 27 malattie fumo-correlate, con particolare riferimento all'apparato broncopolmonare e a quello cardiovascolare. Si va dal tumore al polmone che nel 90-95% dei casi è dovuto al fumo di tabacco, all'infarto visto che il fumo è associato al 30% delle morti causate da malattie coronariche. Ma è stata stabilita da alcuni studi una relazione tra fumo e demenza, per non parlare di altri tumori come quello della vescica o quello del pancreas. In un simile contesto si inserisce la Campagna di comunicazione lanciata dal Ministero della salute (del welfare per essere più precisi) e appena presentata alla stampa. I dati epidemiologici illustrati e pubblicati sul sito ministeriale non rassicurano affatto, a fronte di alcuni dati positivi.

La campagna del Ministero


Sono 650 milioni i fumatori nel mondo, di questi si stima che 5,4 milioni muoiono ogni anno a causa del fumo, una cifra che nel 2030 è destinata a salire sino a 8 milioni. In Italia fumano circa 11,2 milioni di persone e muoiono ogni anno 80000 persone per questa causa, 650000 nell'Unione Europea. Per continuare col bollettino di guerra, se nel ventesimo secolo sono morte 100 milioni di persone a causa del fumo nel ventunesimo ne moriranno 1 miliardo, con percentuali sempre più alte nei paesi in via di sviluppo. Si accennava a un trend positivo, però, almeno in Italia ed è quello riferito ai numeri di chi smette di fumare. Negli ultimi cinquant'anni, infatti si è assistito a una graduale diminuzione dei fumatori. Un'indagine telefonica DOXA del 2008, promossa dall'ISS, registra una riduzione complessiva di 1,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente nella prevalenza passata dal 23,5% al 22% delle persone dai 15 anni in su (pari a 11,2 milioni di persone). La diminuzione è della stessa entità sia per gli uomini sia per le donne. Resta, peraltro, ancora molto alta la diffusione dell'abitudine al fumo tra i giovani, visto che nel 2007, nella fascia d'età 20-24 anni, i fumatori sono il 28,8%. In più adolescenti e giovani inizierebbero a fumare prima di cinque anni fa. Prima dei 14 anni per il 7,8% dei giovani di 14-24 anni. Non a caso il target della campagna di comunicazione promossa dal Ministero è rappresentato dai fumatori abituali ma anche dai giovanissimi. Quanto alla legge Sirchia, a quattro anni dalla sua entrata in vigore il bilancio è nel complesso positivo, anche se nel corso della presentazione della Campagna ministeriale, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti ha sottolineato "un certo lassismo" con il timore che in alcuni uffici si continui a fumare. Legge o non legge. Una "strage" evitabile, quella del fumo ma le strategie per smettere non mancano e tenuto conto che uno studio appena pubblicato da Tobacco Control mette in luce come il 28% dei fumatori proverebbe a smettere conoscendo i rischi per i propri animali domestici, legati al fumo passivo, anche le motivazioni si possono trovare.

Marco Malagutti



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