Farmaci da banco, la concorrenza è positiva

27 ottobre 2010
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Farmaci da banco, la concorrenza è positiva



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La liberalizzazione dei canali di vendita consente il commercio di farmaci da banco, detti anche di automedicazione, al di fuori della farmacia, vale a dire nei supermercati e nelle parafarmacie. Questo provvedimento è riuscito a centrare il bersaglio più importante, quello di far risparmiare gli italiani. Questa almeno è la stima che arriva da Altroconsumo: attraverso un'indagine condotta in 10 città (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Verona), l'associazione ha messo a confronto i prezzi di una settantina di medicinali Sop (senza obbligo di prescrizione) in 144 punti vendita, tra i quali 111 farmacie, 17 parafarmacie e 16 ipermercati. I dati raccolti sembrano confermare che l'arrivo della concorrenza nel comparto ha avuto effetti positivi sui portafogli dei consumatori: dal 2006 (l'anno in cui entrò in vigore la legge che allargò la vendita dei medicinali da banco a canali diversi dalla farmacie) a oggi i prezzi dei farmaci messi sotto la lente da Altroconsumo sono aumentati al massimo del 3,4%; tra il 2000 e il 2005, invece, gli incrementi furono anche del 19%.

Quello della farmacia rimane il canale più caro (nelle parafarmacie i prezzi sono in media più bassi del 3%, negli iper del 18%) ma si possono comunque trovare differenze eclatanti anche tra singoli punti vendita: tra le farmacie sono state registrate differenze su uno stesso prodotto anche del 57%, tra le parafarmacie del 37% e tra gli ipermercati del 33%.
Tuttavia, secondo Altroconsumo non sempre il cittadino è messo nelle condizioni migliori per scegliere. Dal gennaio 2008, infatti, sui farmaci senza ricetta non vige più il meccanismo dello sconto percentuale sul prezzo unico di vendita, che consentiva al consumatore di confrontare le offerte in modo semplice e veloce: oggi invece farmacie, parafarmacie e ipermercati fissano direttamente il prezzo di vendita, che dovrebbe essere riportato su un listino liberamente consultabile. È la legge a prevederlo, ma soltanto il 42% dei punti vendita visitati da Altroconsumo dispone effettivamente di un elenco aggiornato e solo il 28% lo mette a disposizione dei clienti. Mancanze a parte, i dati che emergono dalla ricerca sembrano dimostrare che almeno in tema di farmaci la liberalizzazione ha funzionato. Di qui la richiesta dell'associazione di un ulteriore passo avanti nello sviluppo della concorrenza attraverso la "deregulation" dei farmaci di fascia C, quelli cioè con obbligo di ricetta e a carico del paziente. «Se questi medicinali potessero essere venduti anche nelle parafarmacie e negli ipermercati alla presenza di un farmacista» è la riflessione di Altroconsumo «le farmacie sarebbero costrette a combattere la concorrenza abbassando i prezzi».



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