Melanoma, dalla terapia molte novità

13 maggio 2011
Interviste

Melanoma, dalla terapia molte novità



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Fino a non molti anni fa non c'erano cure efficaci per il melanoma, ad eccezione dell'asportazione chirurgica della lesione maligna, risolutiva solo quando la diagnosi è precoce. Infatti, questo tumore è poco sensibile alla chemioterapia, mentre sembra rispondere bene a nuovi farmaci in sperimentazione. Ci illustra le ultime novità in tema di diagnosi e terapia Giorgio Parmiani, oncologo e ricercatore a capo della Unitàdi immunoterapia del Melanoma e vice-Direttore della divisione di Oncologia molecolare dell'istituto Scientifico San Raffaele di Milano.


Quanto è diffuso il melanoma e a quale età si manifesta?
È rarissimo prima della pubertà, mentre colpisce prevalentemente soggetti di età compresa tra i 30 e i 60 anni, quindi mediamente giovani. L'incidenza, che in Italia è di 10-15 casi per 1.000.000 di abitanti, è in crescita in tutto il mondo. Per fortuna però non si assiste a un incremento parallelo di mortalità, segno che diagnosi e terapia sono migliorate negli ultimi 10 anni.

Quali sono i fattori di rischio?
Fattori di rischio epidemiologici sono rappresentati da:
  • esposizione ai raggi UV,
  • la carnagione chiara, i capelli chiari o rossi,
  • la presenza di un numero elevato di nevi.
Il fattore di rischio, principale ed evitabile, è l'esposizione acuta ai raggi UV nell'infanzia e nell'adolescenza. Questo ormai è un dato accertato: una dose eccessiva di sole, tale da provocare la comparsa discottature (eritemi) nei bambini e negli adolescenti, è spesso legata alla comparsa del tumore in età adulta. Quindi bisogna sempre proteggerli ed evitare per quanto possibile esposizioni non necessariee con questo mi riferisco anche alle lampade abbronzanti.

È importante quindi attenersi a limitazioni e indicazioni introdotte dal nuovo decreto in riferimento proprio alle lampade Uv?
Certo, e ricordo che il rischio è maggiore con i lettini solari, perché maggiore è l'area cutanea esposta. Inoltre non è semplice stabilire una "dose" di sicurezza, perché la reazione dell'organismo a una certa dose di radiazioni (naturali o artificiali) dipende anche dalla predisposizione individuale.

La diagnosi si fa dal dermatologo?
La diagnosi clinica viene fatta di norma dal dermatologo ma quella decisivasi fa con l'esame istologico, eseguito sulla lesione asportata dal dermatologo stesso. Infatti il sospetto si ha quasi sempre nel corso di una visita dermatologica per il controllo di nei o altre lesioni cutanee. In una minoranza di casi, invece, il melanoma colpisce la mucosa, orale o genitale, (5-10% dei casi) oppure l'occhio (3-5%). In queste sedi anatomiche la lesione può essere quindi riscontrata dal dentista, ginecologo e oculista rispettivamente, oltre che dal paziente stesso.


Che caratteristiche hanno i nuovi farmaci?
Si tratta di farmaci costruiti ad hoc sulla base di scoperte della ricerca scientifica. Infatti la ricerca in oncologia molecolare ha identificato dei bersagli, presenti nelle cellule del melanoma, o nel sistema immunitario che, quando colpiti dal farmaco appropriato,causano direttamente o indirettamente la morte delle cellule maligne.


È la tanto attesa immunoterapia?
Sì, uno di questi farmaci, quello che probabilmente sarà autorizzato in Europa entro l'estate o l'autunno prossimi, è un anticorpo (anti-CTLA49). Questo anticorpo sblocca i freni del sistema immunitario che così agisce in maniera più ampia e prolungata contro il tumore. È stato sperimentato nel melanoma metastatico e i risultati sono positivi, tanto che è già stato autorizzato negli Stati Uniti. In Italia si può utilizzare, ma solo in protocolli sperimentali controllate, mentre dopo la registrazione ufficiale sarà disponibile per tutti ipazienti. Soprattutto sarà possibile trattare con efficaciamolti di quei casi con malattia in fase avanzata che prima erano incurabili. Ma ci sono anche i vaccini contro il melanoma, alcuni dei quali rivelatisi di grande interesse in recenti sperimentazioni attive anche in Italia, e che si candidano, soprattutto in combinazione con altri farmaci, per la cura del melanoma in stadio avanzato o per prevenire il ritorno della malattia (recidiva) dopo il primo intervento chirurgico.


Ha parlato di farmaci al plurale, significa che sono attesi altri anticorpi?
Non esattamente. Gli altri farmaci candidati in studio, per i quali però la sperimentazione è ancora in corso, sono "small molecules" - piccole molecole. Proiettili chimici costruiti a tavolino per agganciare specifiche proteine, scoperte in questi ultimi anni di ricerca e presenti solo nelle cellule del melanoma. Queste proteine sono forme anomale codificate da geni mutati che sono presenti nel 40-50% dei pazienti con melanoma. Anche in questo caso, perciò, potenziali farmaci con azione selettiva ma destinati a un ampio numero di pazienti.

Elisabetta Lucchesini



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