Quando il lavoro diventa un ladro di sonno

15 gennaio 2015
Aggiornamenti e focus

Quando il lavoro diventa un ladro di sonno



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Dalle sette alle nove ore di sonno ogni notte. È ciò che consigliano gli esperti della American academy of sleep medicine agli adulti che vogliono mantenersi in buona salute, produttivi sul lavoro e attenti durate la giornata. Ma in realtà sono molte le persone che non riescono a seguire queste raccomandazioni soprattutto a causa del lavoro.

«L'attività lavorativa è un vero e proprio ladro di sonno» spiega Mathias Basner della University of pennsylvania perelman school of medicine, autore di un articolo da poco pubblicato sulla rivista Sleep. Assieme ai suoi colleghi, Basner ha analizzato i dati relativi a circa 125mila statunitensi di età uguale o superiore a 15 anni ai quali è stato chiesto di descrivere le attività svolte nel corso di 24 ore.
«Dal sondaggio è emerso chiaramente che le ore dedicate al lavoro e al tragitto per arrivare sul luogo di lavoro vanno spesso a sostituire preziose ore di sonno» afferma l'autore. In effetti, secondo i dati emersi dallo studio, chi dorme meno di 6 ore per notte lavora in media 1,55 ore in più durante i giorni feriali e 2 ore in più nei fine settimana rispetto a chi normalmente dorme più a lungo.
Ma non basta: contano anche il tragitto per arrivare al lavoro e il numero di lavori svolti, tanto che per chi ha più di un lavoro la probabilità di dormire meno di 6 ore per notte nei giorni feriali è più alta del 61 per cento. Considerando che la carenza di sonno porta a una scarsa produttività e attenzione durante il giorno e influenza anche i livelli di zucchero nel sangue e l'aumento di peso, risulta chiara l'importanza di trovare una soluzione a questo problema.

«Sarebbe consigliabile ridurre al minimo il tempo dedicato al tragitto per raggiungere il lavoro, posticipare l'orario di inizio delle attività lavorative o delle lezioni a scuola, oppure puntare su orari di lavoro più flessibili» dice Basner ricordando che in genere i lavoratori autonomi riescono a dormire un po' di più, probabilmente grazie a una maggiore flessibilità di orario.

Attenzione però a non dare tutte le colpe al lavoro. Dallo studio è emerso che anche altre attività fanno parte della schiera dei ladri di sonno, come per esempio guardare la televisione nelle ore notturne o dedicare tanto tempo alla cura personale (per esempio all'acconciatura). E se modificare gli orari e le condizioni di lavoro non è sempre semplice, soprattutto in tempi di crisi, è decisamente più facile spegnere la TV e optare per un taglio di capelli meno elaborato.



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