Ecco come i social network possono influenzare la nostra salute

13 novembre 2017
Aggiornamenti e focus

Ecco come i social network possono influenzare la nostra salute



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È finita l'epoca in cui il medico era l'autorità massima per quanto riguarda la salute e ci si affidava senza obiezioni ai suoi consigli e alle sue raccomandazioni. Sempre più spesso le persone cercano su internet informazioni mediche con il rischio di incappare in dati poco precisi, se non addirittura fuorvianti. Data la grande importanza di internet e dei social media nella vita moderna, gli esperti hanno pensato di utilizzare questi strumenti anche per veicolare informazioni mediche attendibili e convincere magari i pazienti a modificare abitudini dannose per la salute come per esempio il fumo. E stando ai dati di recenti studi, questo approccio è vincente.

Stop alle sigarette con il sostegno della rete


«Il comportamento online delle persone che prendono parte al nostro programma per la cessazione del fumo di sigaretta predice in modo abbastanza accurato quello che sarà il loro comportamento offline, nella vita reale». Sono le parole di Kang Zhao, del Tippie college of business all'Università dell'Iowa (Stati Uniti) e co-autore di un articolo da poco pubblicato sulla rivista PlosOne, nel quale sono stati analizzati i dati relativi a oltre 2.600 fumatori coinvolti nell'iniziativa BecomeAnEX.org. Come spiegano gli autori, il programma è rappresentato da una vera e propria comunità online per arrivare a dire stop alla sigaretta, stabilita già nel 2008 e disegnata con il contributo della Mayo clinic. Per comprendere l'efficacia di questo tipo di approccio e capire se la partecipazione più o meno attiva alla comunità online avesse effetto sul risultato finale, Zhao e colleghi hanno analizzato i dati dei partecipanti allo studio dopo averli suddivisi in tre gruppi in base alla loro attività: non utilizzatori (che non si collegavano), utilizzatori passivi (che si limitavano a leggere i post) e utilizzatori attivi (che leggevano e commentavano). E a conti fatti, dopo tre mesi il tasso di astinenza era del 21 per cento negli utilizzatori attivi, del 11 per cento in quelli passivi e dell'8 per cento in quelli che non partecipavano alla comunità online. «I dati dimostrano che aumentare l'informazione sulla cessazione del fumo tra i membri di una comunità online è efficace in termini di astinenza finale e che la partecipazione dei singoli alla comunità social può fare la differenza».

Più presente la rete, più propensi i genitori alla vaccinazione


Uno studio pubblicato su Pediatrics dimostra che gli interventi basati su internet e social network possono avere un ruolo di primo piano anche in uno degli ambiti sanitari più controversi degli ultimi anni: le vaccinazioni. «Molti genitori che hanno dubbi sull'opportunità di vaccinare i propri figli si rivolgono a internet per cercare informazioni a riguardo» afferma Jason Glanz, del Kaiser Permanente di Denver in Colorado (Stati Uniti) e primo autore della ricerca che ha coinvolto 888 donne in gravidanza e i loro figli, seguiti per 200 giorni dopo la nascita. Le future mamme che hanno preso parte allo studio hanno avuto accesso a tre diverse modalità di informazioni sui vaccini: sito web con possibilità di interazione attraverso social media, sito web senza possibilità di interazione e informazioni tradizionali. «Al termine del periodo di studio abbiamo potuto verificare che le mamme informatesi attraverso la prima modalità e che avevano avuto quindi la possibilità di interagire con gli esperti e con la comunità virtuale hanno mostrato una maggiore propensione a vaccinare i figli» afferma Glanz, ricordano una caratteristica importante della ricerca effettuata: «L'intervento online non è stato effettuato dopo la nascita del bambino, ma nel periodo della gravidanza quando i genitori sono attenti e recettivi a tutto ciò che riguarda la salute del bimbo in arrivo».

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