Con due sigarette il cervello è già in fumo

28 gennaio 2011
Aggiornamenti e focus

Con due sigarette il cervello è già in fumo



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La nicotina altera la capacità dei neuroni di comunicare tra loro e di elaborare le informazioni con conseguente riduzione della capacità di prestare attenzione, un effetto misurabile anche con quantità ridotta della sostanza, come quella contenuta in due sigarette. È questo il risultato di uno studio sperimentale condotto dal team di neurobiologi della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste coordinati da Enrico Cherubini. Gli scienziati hanno dimostrato che già una piccola quantità di nicotina è in grado di inibire il funzionamento degli interneuroni dell'ippocampo, regione del cervello essenziale per l'apprendimento e la memoria, alterando le nostre funzioni cognitive. Gli interneuroni sono neuroni che, connessi ad altri neuroni, formano circuiti locali: modulando l'impulso nervoso, regolano l'azione delle cellule principali affinché riescano a gestire gli impulsi sensoriali. «Gli interneuroni liberano simultaneamente, dai loro terminali, l'acido gamma-aminobutirrico, il principale neurotrasmettitore inibitorio presente nel cervello» ha spiegato Cherubini, coordinatore del settore di neurobiologia della Sissa «così riescono a sincronizzare migliaia di cellule eccitatorie e danno origine ai ritmi responsabili delle funzioni cognitive superiori. Entrando in risonanza, cioè agendo all'unisono, ci consentono di elaborare le informazioni che riceviamo dall'esterno». «Questa sostanza riesce infatti a bloccare direttamente particolari canali ionici localizzati sulla loro superficie, coinvolti nella ritmogenesi e molto simili a quelli responsabili del ritmo cardiaco» ha precisato ancora il docente. E aggiunge: «Si tratta di un meccanismo inibitorio diverso da quello finora noto, determinato invece dall'attivazione da parte della nicotina di recettori specifici presenti sulla superficie delle cellule nervose».



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