Ecco come stanno cambiando le abitudini alimentari nel mondo

10 marzo 2015
Aggiornamenti e focus

Ecco come stanno cambiando le abitudini alimentari nel mondo



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Un'analisi globale delle tendenze alimentari nel mondo che ha analizzato le differenze tra le diverse nazioni e tra le diverse categorie di persone, senza tralasciare i cambiamenti emersi con il passare degli anni (ben 20), dal 1990 al 2010. È questo, in estrema sintesi, il riassunto del lavoro svolto dai ricercatori del Global burden of diseases nutrition and chronic diseases expert group (Nutricode), che hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche sulla rivista The lancet global health.

«Conoscere meglio le abitudini alimentari della popolazione mondiale è estremamente importante per poter disegnare e migliorare le strategie necessarie a ridurre il costo delle malattie legate all'alimentazione, sia in termini economici che di salute» esordisce Fumiaki Imamura, dell'Università di Cambridge (Regno Unito) e primo autore dell'articolo. Insieme ai suoi colleghi, Imamura ha raccolto e analizzato i dati sul consumo di diversi tipi di cibi tratti da 325 sondaggi che coprivano in totale l'88,7 per cento della popolazione adulta mondiale.

Utilizzando un complesso sistema di analisi, i ricercatori hanno calcolato che dal 1990 al 2010 i regimi alimentari basati su cibi sani sono aumentati, ma sono aumentati anche quelli basati su alimenti poco salutari. E sempre secondo i dati dello studio, mangiano meglio le persone più in là con gli anni rispetto a quelle più giovani, e le donne rispetto agli uomini.

«Abbiamo notato molte differenze nelle tendenze alimentari tra le varie nazioni» dice l'autore, «in particolare, rispetto alle nazioni a basso reddito, quelle con reddito più elevato hanno mostrato un aumento nella diffusione di diete sane, ma hanno anche aumentato le diete ricche in cibi poco salutari». E tra le nazioni che hanno ottenuto punteggi più elevati in termini di consumo di cibi sani ce ne sono alcune a basso reddito come per esempio Turchia e Grecia nell'area Mediterranea.

«È importante soprattutto migliorare la qualità della dieta nelle regioni povere altrimenti si corre il rischio che la denutrizione venga soppiantata dall'obesità, come sta già in parte succedendo in Cina e India» afferma Dariush Mozaffarian, coautore dello studio. «Dall'analisi emerge la necessità di conoscere a fondo i fattori determinanti nell'agricoltura, nel commercio, nell'industria alimentare e nelle politiche sanitarie per migliorare le tendenze alimentari rispettando le caratteristiche tradizionali dei singoli paesi e tenendo conto anche dell'impatto sull'ambiente» conclude in un editoriale di commento Carlo La Vecchia, epidemiologo dell'Università di Milano.



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