Long Covid, a 18 mesi dall’infezione impatta ancora su fisico e psiche

05 marzo 2024
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Long Covid, a 18 mesi dall’infezione impatta ancora su fisico e psiche



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A 18 mesi di distanza dall'infezione da Covid, i principali sintomi fisici che si riscontrano sono cefalea, astenia, stanchezza e vertigini. Sul piano psichico, invece, in diversi casi si registrano ancora ansia, depressione, insonnia. È quanto emerge da un ampio studio, che coinvolge oltre 2mila pazienti, avviato due anni fa dalla Fondazione Brf Onlus - Istituto per la ricerca scientifica in psichiatria e neuroscienze. 

Sul Long Covid "oggi non esiste un monitoraggio da parte del sistema sanitario pubblico. Il nostro studio si chiuderà tra circa un anno. Faremo un bilancio e ci piacerebbe portare all'attenzione delle Istituzioni, delle società scientifiche, degli organi di governo il fenomeno che evidenzia la presenza di una fetta di popolazione che a distanza di tempo dall'infezione da Covid continua ad avere bisogni di salute elevati. E questo dovrebbe portare a formare équipe, almeno nei grandi ospedali, di medici preparati al riconoscimento e al trattamento del Long Covid che comunque ci accompagnerà per molti anni, visto che il Covid è ancora attivo", spiega all'Adnkronos Salute il neurologo e psichiatra Armando Piccinni, presidente della Fondazione e docente all'università Unicamillus. "Due anni fa abbiamo messo a punto - racconta Piccinni - un protocollo di studio, basato su una batteria di quesiti che ci ha permesso di raccogliere informazioni dettagliate, da pazienti che avevano avuto il Covid, attraverso questionari proposti a distanze temporali precise, inizialmente ogni tre mesi per due volte, successivamente ogni 6 mesi. E questo, nel disegno della ricerca, per 3 anni. Ora siamo al secondo anno di osservazione e continuiamo a monitorare i sintomi del Long Covid".

L'indagine "ha riguardato tutti gli organi, con una maggiore attenzione al cervello, che è il nostro specifico settore di studio. Il risultato è stato che, a distanza di 18 mesi, in base ai dati analizzati, esiste una prevalenza, che presto potremo più precisamente quantificare, soprattutto per disturbi come cefalea (in persone che prima non ne soffrivano), astenia, quindi con stanchezza muscolare, e le vertigini". Ma permangono anche altri sintomi come "l'insonnia che è un disturbo invalidante. Per chi ne soffre, tra l'altro, comincia una serie di problemi legati alla ricerca di una soluzione che spesso passa per l'automedicazione con tutte le conseguenze, a partire da una mancata presa in carico da parte del medico che consentirebbe di affrontare il problema all'origine". 

Sul piano psichiatrico, invece, i sintomi principali riscontrati, "sono fondamentalmente la depressione e l'ansia". Un altro elemento che emerge è il possibile legame con i problemi cognitivi degli anziani. "Al momento si tratta di un sospetto, perché per avere dati evidenti servirebbe realizzare uno studio con una popolazione di controllo. Sembrerebbe però esserci una tendenza all'aumento dei disturbi cognitivi che andrà verificata. Alla fine dello studio vedremo anche se si confermerà l'aumento disturbi di memoria e la persistenza della cosiddetta 'nebbia cognitiva'". Secondo i dati delle prime rilevazioni, a tre mesi dall'infezione da Covid il 65% dei volontari presentava almeno uno dei sintomi neuropsicologici; circa il 59% almeno 2; il 54% più di 2 sintomi; il 48% dei soggetti più di 5. 

Sono stati indagati 30 sintomi neuropsicologici e i più frequenti sono stati difficoltà di concentrazione, accusata da più del 70% appena dopo la malattia e da più del 40% a tre mesi di distanza; sensazione di minore efficienza mentale, circa il 65% l'ha avuta dopo la guarigione, più del 30% a tre mesi; mal di testa, per circa il 60% dopo la guarigione, il 25% ancora dopo 3 mesi. I problemi di riduzione della memoria hanno interessato circa il 60% dopo la guarigione e più del 30% dopo 3 mesi. I dati sulle fasi successive sono ancora in elaborazione "ma possiamo dire che il trend si conferma. I sintomi principali persistono e a breve avremo una quantificazione puntuale".

Un altro aspetto della nostra su cui il Covid ha avuto un forte impatto è anche la sfera sessuale nelle donne. Lo conferma una ricerca dell'Università di Boston, pubblicata sul Journal of Sexual Medicine. Specie il Long Covid può avere un effetto negativo in questo ambito. Lo studio ha incluso i dati di 1313 partecipanti ad un sondaggio online, a cui è stato chiesto se avessero avuto Covid o diagnosi di Long Covid e al contempo se avessero avuto rapporti sessuali nell'ultimo mese. È emerso che tra coloro che avevano avuto il Covid, i livelli di desiderio, eccitazione, e soddisfazione durante il rapporto erano tutti inferiori rispetto a coloro che affermavano di non aver mai contratto il virus. In particolare, le donne con Long Covid - una condizione ampia con sintomi cognitivi e fisici che persistono per settimane, a volte mesi, dopo l'infezione iniziale - avevano punteggi di eccitazione, ma anche dolore durante il rapporto nettamente peggiori.


fonte: Doctor33




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