18 maggio 2007
Emorroidi e tecniche di intervento
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15 maggio 2007
Emorroidi e tecniche di intervento
Egr. dottori, mi spiace dovervi fare una domanda riguardo un argomento cui avete già risposto più volte, però ognuno pensa di avere un quadro clinico sui generis. . . Ho 29 anni e da almeno 7-8 anni soffro di emorroidi (non faccio fatica a credere ereditarie visto che ne soffrono tutti i componenti maschi della mia famiglia). In occasione di ogni defecazione "escono" e anche se generalmente rientrano da sole spesso impiegano ore per un completo recupero (la tempistica varia a seconda delle abitudini alimentari del periodo). Mi sono state diagnosticate emorroidi interne di grado elevato ed è stato programmato un intervento di emorroidectomia. Vista l'insistenza del chirurgo nel sincerarsi dell'effettiva mia volontà di intervenire, non è forse il caso di intervenire con tecniche meno invasive, tipo Longo? Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione che vorrete prestarmi. Cordiali Saluti M. da MSRisposta del 18 maggio 2007
Risposta a cura di:
Dott. GIUSEPPE D'ORIANO
Caro utente
Come ho avuto modo di scrivere in altre occasioni ed in altra sede
Mi sembra doveroso, visto il notevole interesse che suscitano le discussioni in merito alla patologia emorroidaria, riproporre alcuni concetti patogenetici in merito alla causa della malattia emorroidaria. Concetti, ormai universalmente accettati, che affermano che il prolasso emorroidario, che descrivo con le sue parole, (In occasione di ogni defecazione "escono" mi sembra di aver individuato 3 grosse sacche ed altre interne più piccole che anche se generalmente rientrano da sole spesso impiegano ore per un completo recupero) è dovuto al cedimento della parete mucosa interna del retto che lascia scivolare verso il basso i vasi emorroidarii. Chiarito questo momento patogenetico, ne consegue che la nostra azione chirurgica è inappropriata se viene indirizzata contro il tessuto emorroidario, mentre è logica se indirizzata verso l' anello mucoso interno che ha ceduto. Da queste osservazioni, confermate da studi anatomopatologici e fisiopatologici, che trae fondamento la tecnica di Longo, intervento ormai riconosciuto valido ed eseguito in tutti i continenti in numero sempre maggiore, sia per i risultati sia perché attualmente rappresenta l' unica risposta scientificamente razionale al prolasso emorroidario. Qiundi, interventi di emorroidectomia chiusa o aperta che con la Milligan-Morgan avevano raggiunto la "perfezione", oggi "modificati" sia con l' uso di bisturi a ultrasuoni, a radiofrequenza che con laser o con altri piccoli accorgimenti "personali", rimangono pur sempre delle emorroidectomie(asportazione del tessuto emorroidario, dei cuscinetti adiposi con l'anoderma). Emorroidectomia, che come affermano autorevoli fonti a livello internazionale, oggi non è più concepibile, come soluzione al prolasso emorroidario, poiché asporta strutture anatomicamente normali( le Emorroidi )che hanno avuto la sola sfortuna di essere spinte verso il basso e all'esterno dal prolasso mucoso rettale. Tale amputazione, alla luce di queste acquisizioni e in relazione ai risultai, eccellenti, ottenuti con la prolassectomia ed emorroidopessi sec. Longo, potremmo considerarla una lesione personale.
Saluti Dr. Giuseppe D'Oriano
Dott. Giuseppe D'Oriano
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Chirurgia generale
NAPOLI (NA)