Isolamento, crisi di pianto, scoraggiamento...

19 marzo 2008

Isolamento, crisi di pianto, scoraggiamento...


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14 marzo 2008

Isolamento, crisi di pianto, scoraggiamento...

Gentili dottori, scrivo qui perchè non ho davvero nessuno con cui parlare. . .
Sono sempre stata una persona introversa, con pochi amici, anzi quasi nessuno, storie d'amore ancora peggio. Fin dai 12-13 anni alternavo periodi (che in genere duravano un anno o poco più) in cui mi sforzavo di vivere normalemnte, e ottenevo discreti risultati, ma tutto questo finiva presto e mi ritrovavo di nuovo triste, sola, apatica. . .
tutto questo fino a 19 anni, quando mi è sembrato di stare decisamente meglio, avevo finito il liceo, un'esperienza per me quasi del tutto negativa anche in termini di risultati scolastici ed ero ottimista, forse per la prima volta. Il primo anno di università è andato benissimo, nuove amicizie, insomma tutto al di là delle aspettative. Poi nel 2007 è iniziato un crollo graduale, complice anche i rapporti difficili in famiglia, soprattutto con mia madre che mi fa sentire in colpa per come sono, mi vorrebbe diversa. A questo si è aggiunto il fatto che ho perso quelle poche amicizie che avevo e non ho nessuno a cui appoggiarmi. Poi c'è un altro problema: una patologia che ho da quando avevo 14 anni, la policistosi ovarica, curata con diversi dosaggi di pillola anticoncezionale. Una cosa banale ma che unita a tutto questo non facilita le cose.
Insomma ora a 22 anni ho lasciato l'università, non verdo un futuro per me, non ho amici, nessuno. Piango spesso, ma lo nascondo a tutti, mangio più del solito, e soprattutto mi sono isolata dagli altri, ho paura del loro giudizio, mi sento una fallita. Anche se vorrei avere qualcuno con cui parlare mi vergogno di farlo. Sono sempre apatica, mi innervosisco spesso anche per cose banali, ho perso il sorriso e l'ottimismo. Però vorrei reagire, ma non so come!
Spero in un vostro consiglio, comunque vi ringrazio per l'opportunità.

Risposta del 17 marzo 2008

Risposta a cura di:
Dott. FRANCO MORI


Cara figliola, il consiglio che posso darle, e che spero Lei voglia seguire, è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta competente -medico o psicologo, uomo o donna, basta che abbia una buona formazione psicoanalitica. Aprire il suo cuore ed insieme a lui -o lei- cercare di comprendere i suoi problemi e trovare la strada per affrontarli, ed anche magari risolverli nei limiti del possibile
Auguri!

Dott. Franco Mori
Specialista attività privata
Specialista in Psichiatria

Risposta del 19 marzo 2008

Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO


Le cause di una situazione come quella descritta possono essere le più svariate e, di conseguenza, anche gli interventi terapeutici possono essere diversi. Tuttavia mi pare che lei metta l'accento più sugli aspetti negativi che su quelli positivi. Provi a individuare quali siano le sue risorse:di sicuro ne ha ma non le conosce! Non le conosce perchè, probabilmente, ha sempre rinunciato a conoscere se stessa ed ha sempre vissuto ponendosi obiettivi astratti, non coerenti con quello che lei è veramente. Lo credo bene che lei sia nervosa! Chiunque lo è se si vive una vita che non risponde alla propria "verità interna". Perciò incominci a riascoltare la sua parte più autentica (che non vuol dire la parte impulsiva, ma quella più coerente). Potrebbe poi prendere in considerazione un consulto con uno psicoterapeuta che la aiuterebbe a individuare la strada da percorrere.

Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
Specialista in Psicologia
BRESCIA (BS)



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