Papillomavirus, esami per scovare il nemico

11 maggio 2011
Interviste

Papillomavirus, esami per scovare il nemico



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La correlazione tra infezione da Papillomavirus e tumore della cervice è, oggi, ben definita e permette, tramite la diagnosi precoce, di evitare di esporre le donne al rischio di sviluppare gravi neoplasie. Per comprendere meglio la patologia e il percorso per riconoscerla e trattarla in tempo, Dica33 ha intervistato Ezio Venturino, anatomo-patologo, direttore della Struttura complessa di anatomia patologica dell'ospedale di Savona.

Che cos'è il Papillomavirus?
È un virus responsabile di un'infezione sessualmente trasmissibile. Il rischio di contrarlo e di esporsi a esso dipende dai comportamenti sessuali e dal numero di partner. In genere gli uomini sono portatori sani, le donne, invece, rappresentano la popolazione maggiormente a rischio di sviluppare le conseguenze. Potenzialmente, si è a rischio di infezione con l'inizio dell'attività sessuale ed è nelle donne più giovani che si riscontra una maggiore incidenza rispetto ad altre fasce di età.


Quali sono le possibili conseguenze dell'infezione nella donna?
Il virus può dare origine a lesioni della cervice uterina, chiamata anche collo dell'utero, che possono essere di diversa entità e gravità. La conseguenza più importante in termini clinici è certamente il tumore della cervice, che però, non si sviluppa solo a causa della presenza del virus, ma dipende anche da altre concause. L'Hpv deve, infatti, trovare un terreno fertile su cui attecchire, e ciò dipende dalla risposta immunitaria individuale che può, per esempio arrivare a eliminare il virus, e dalla predisposizione individuale a integrare il virus, cioè a permettere al Dna del virus di inserirsi nel Dna della cellula ospite. L'interazione tra questi fattori può portare allo sviluppo di lesioni precancerose che possono evolversi in lesioni cancerose. Inoltre, non tutti gli Hpv sono a rischio di tumore, esistono ceppi a basso rischio che non hanno queste potenzialità, e ceppi ad alto rischio, come l'Hpv 16 e 18, che invece possono provocare lesioni e ne spiegano il 70 per cento.

Come si arriva a scoprire l'infezione?
L'infezione da Hpv, di per sé non è una patologia, lo sono invece le lesioni sulla cervice uterina che vanno identificate mediante il Pap-test, un esame diagnostico che valuta eventuali anomalie cellulari, classificandole, in base al grado di gravità, in categorie diagnostiche. Vengono definite Ascus, le anomalie di cui non si conosce la gravità, Lsil quelle di basso grado, Hsil quelle di alto grado distinte poi in Cin 2, Cin 3 e carcinoma in situ. Il Pap-test può rilevare anche un carcinoma già sviluppato, ma sono diagnosi rare che in genere interessano le fasce di età più avanzate.

Come vanno trattate le lesioni?
La positività del Pap-test, indipendentemente dal grado, richiede un'ulteriore indagine mediante la colposcopia con biopsia che chiarisce o conferma la diagnosi e definisce l'entità della lesione. Se si conferma una lesione di alto grado, cioè una Cin2 o superiore, si procede al trattamento con l'ansa diatermica che asporta la lesione mantenendo integra la cervice uterina. Si può rendere necessaria anche una biopsia conoide che permette di asportare la lesione mantenendo più ampio il margine dell'area asportata. Se anche il margine risulta positivo è necessario ripetere i controlli più spesso o intervenire nuovamente, perchè vuole dire che le anomalie cellulari possono essere ancora presenti nella zona trattata.

Ogni quando vanno ripetuti i controlli?
In caso di Pap-test positivo, la periodicità dipende dal grado e dall'entità della lesione. Un Pap-test negativo ha, invece, un valore protettivo di tre anni.

Recentemente si parla di un nuovo test per l'Hpv che rileva la presenza del virus. Di che si tratta?
Il test-Hpv rileva la presenza del Dna virale, quindi stabilisce se c'è l'infezione ma non la malattia, perché l'espressione della malattia sono le anomalie cellulari rilevate con il Pap-test. Non si tratta quindi di un test diagnostico, ma di un esame che permette di valutare il rischio, cioè la probabilità di sviluppare una lesione, e ha un valore solo nell'ambito di uno screening organizzato. Quindi, nelle Regioni in cui lo screening non è stato attivato, e al momento solo in alcune, con studi pilota, non è opportuno sottoporsi a tale esame, poiché si rischia un eccesso di trattamento, poiché un test-Hpv positivo deve essere comunque confermato da un Pap-test, ma al momento non sussiste un percorso diagnostico validato.

Simona Zazzetta



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