Anziani fragili e non autosufficienti: l’Ocse analizza i servizi sanitari

24 giugno 2013
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Anziani fragili e non autosufficienti: l’Ocse analizza i servizi sanitari



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La spesa pubblica pro-capite per la cosiddetta "long-term care" (i servizi sanitari destinati ai pazienti anziani più fragili, con difficoltà motorie o con disabilità cognitiva) sta velocemente aumentando all'interno del budget dei sistemi sanitari nazionali: tra il 2000 e il 2010 è incrementata del 9 per cento, contro un incremento generale nella spesa sanitaria del 4 per cento. Oggi i 34 Paesi che fanno parte dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) destinano in media l'1,6 per cento del Pil alla cura dei pazienti non autosufficienti. Ma la percentuale degli ultraottantenni è destinata a crescere sempre più, si valuta infatti che dall'attuale 4 per cento della popolazione totale entro il 2050 saranno il 10 per cento. Su questo argomento è incentrata una delle ultime pubblicazioni dell'Ocse, dal titolo A Good Life in Old Age? Monitoring and improving quality in long-term care, un'analisi delle misure sviluppate dalle nazioni europee. In particolare, secondo l'Ocse, sono molto utili quegli esempi di strutture sanitarie che riportano pubblicamente le valutazioni di qualità delle proprie prestazioni mediche, questo permette agli anziani e alle loro famiglie di fare scelte consapevoli e stimola la competizione facendo migliorare i risultati. Permettere ad anziani, disabili e malati cronici di vivere una vita dignitosa, non è solo un impegno morale, ma è utile anche dal punto di vista economico, non solo per le spese correlate alla dipendenza da altre persone.
I tre temi cruciali analizzati dallo studio sono: la sicurezza e l'efficacia della cura, la centralità data al paziente e la velocità nel rispondere alle sue necessità, l'organizzazione e il coordinamento del sistema sanitario.
Purtroppo la raccolta di informazioni sulla qualità del servizio non è diffusa quanto sarebbe necessario: quattro quinti delle nazioni hanno indicatori che registrano l'occupazione e lo stato dell'ambiente di lavoro nelle strutture sanitarie che si occupano di degenza e cura dei pazienti non autosufficienti, ma solo pochissime raccolgono sistematicamente dati sulla qualità. Mantenere la cura dei degenti non autosufficienti di alta qualità significa concentrarsi su tre macroaree: stabilire e mantenere gli standard per le strutture sanitarie che forniscono questo tipo di servizio; monitorare e rinforzare la compliance dei pazienti alle terapie; diffondere pubblicamente i risultati o comunque instaurare altri meccanismi di tipo competitivo per stimolare le strutture a migliorare le proprie prestazioni.
Ma i sistemi di controllo della qualità hanno diversi problemi, primo tra tutti quello di mettere in connessione amministrazioni locali, regionali, nazionali e volontariato. Segue quello che riguarda la difficoltà nel definire quali sono gli indicatori da tenere in considerazione per giudicare se i servizi sono adeguati per questi pazienti, soprattutto quando si tenta di fare un confronto tra nazioni diverse. Infine, sfuggono al controllo ufficiale tutti quei pazienti che vengono assistiti a casa, o, talvolta, in case di riposo. In ogni caso, nonostante le difficoltà, l'Ocse sembra avere le idee piuttosto chiare sugli obiettivi da raggiungere. Il libro infatti sostiene che capire come "si fanno le cose fatte bene" è l'unico modo per far sì che la cura delle persone non autosufficienti sia sicura ed efficace: "standardizzare la valutazione dei bisogni e i processi di cura, monitorare i processi o i risultati, minimizzare le variazioni da struttura a struttura, sono gli strumenti che abbiamo per assecondare le necessità di questi pazienti". Il libro si chiude con una promessa: "L'Ocse e la Commissione europea continueranno a lavorare insieme e da vicino per esplorare come la 'long-term care' possa riuscire sempre meglio a proteggere la salute e la dignità delle persone più anziane e deboli, e in particolare a offrire loro un servizio sanitario di alta qualità, che promuova benessere e invecchiamento attivo".



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