Tante soluzioni per la cura

12 settembre 2010
Aggiornamenti e focus

Tante soluzioni per la cura



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Sono 40 milioni le persone che negli Stati Uniti soffrono di rinite allergica e non è che le cose in Italia vadano molto meglio, visto che secondo le ultime statistiche a soffrirne sarebbero quasi 9 milioni di persone. I sintomi sono noti: dagli starnuti al naso colante fino alla congestione nasale ma ancora peggio sono poi gli effetti sul sonno e, di conseguenza, sulla diminuita produttività, vista la sonnolenza diurna. La qualità della vita ne risente, così, profondamente. Tra tutti i sintomi quello che probabilmente incide di più e il più difficile da controllare è la congestione nasale. Il naso si chiude, in sostanza, e laria fatica a passare. Ma come affrontare dal punto di vista terapeutico questa situazione? Storicamente sono gli antistaminici a farla da padroni. Ma da soli non bastano e spesso, in particolare per i sintomi della congestione nasale, vengono abbinati ad altri farmaci: steroidi intranasali, vasocostrittori simpaticomimetici e antileucotrienici. Il cardine della terapia farmacologica della rinite allergica restano, comunque, gli inibitori del recettore H1 per listamina (anti-H1). Con un limite, però, ben noto a tutti gli allergici: laumento della sonnolenza e altri effetti collaterali a carico del sistema nervoso centrale. Ma la situazione sta migliorando sotto questo profilo e gli anti-H1 di seconda generazione presentano scarsa penetrazione cerebrale, con minimi effetti sedativi (cetirizina, desloratadina).

Antistaminici ma non solo

Questi antistaminici più recenti, come tutte le molecole di questa classe, bloccano i recettori H1 istaminici a livello della cute e delle vie respiratorie, così da inibire o ridurre linsorgenza di starnuti, rinorrea, prurito e sintomi oculari associati a questa condizione patologica. Ma il vero vantaggio nellutilizzo di questi farmaci sta nella scarsa penetrazione della barriera emato-encefalica, quindi niente sonnolenza, e nel rapido controllo dei sintomi allergici già con la prima dose. Alcuni, come la desloratadina, esercitano anche effetti antinfiammatori su vari mediatori chimici. In pratica oltre al controllo dei sintomi allergici respiratori, si ha il trattamento profilattico e terapeutico della componente infiammatoria sottostante. Ma, come premesso, gli antistaminici da soli non bastano e quanto alle molecole di supporto un recente studio comparso sugli Archives of Otolaryngology Head e Neck Surgery ne ha messe a confronto due tra le più utilizzate. Si tratta del decongestionante da banco pseudoefedrina e del medicinale con obbligo di prescrizione montelukast. I risultati? Nessuno, o meglio tutti e due i farmaci sono egualmente efficaci per dare sollievo dai sintomi delle allergie stagionali e per migliorare la qualità di vita di chi ne soffre.
Lindagine ha preso in esame un gruppo di 58 adulti con rinite allergica da ambrosia, documentata da precedenti test cutanei. I partecipanti allo studio hanno descritto i loro sintomi e la loro qualità di vita all'inizio e alla fine dell'indagine, durante la quale 30 pazienti hanno assunto montelukast e 28 pseudoefedrina tutte le mattine per due settimane. E risultato che entrambi i farmaci sono in grado di ridurre disturbi come congestione, naso che ''cola'', continui starnuti, e di migliorare in questo modo la qualità di vita di chi li utilizza, senza effetti collaterali. E persino la pseudoefedrina, che in altri studi aveva provocato insonnia, ansia, palpitazioni e secchezza delle fauci, ha mostrato un'alta tollerabilità, probabilmente per la sua somministrazione mattutina. Le soluzioni non mancano, perciò, si tratta di scegliere la strategia più adatta al singolo paziente. Anche perchè secondo uno studio multicentrico condotto nel nostro paese, si è visto che la diagnosi e la cura delle riniti costano mediamente 285 euro al mese per paziente. E la terapia farmacologica incide solo per il 9%. Una buona gestione dei medicinali rappresenta, evidentemente, la base per ottimizzare le risorse e migliorare la qualità di vita del malato.



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