Quale carne negli anziani: fonte importante di proteine di alta qualità, ma attenzione a quella lavorata

30 maggio 2018
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Quale carne negli anziani: fonte importante di proteine di alta qualità, ma attenzione a quella lavorata



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Chi tra gli anziani mangia quantità maggiori di carne o qualità specifiche di questo alimento ha migliori performance fisiche? A questa domanda vuole rispondere l'articolo appena pubblicato su BMC Medicine da un team di ricerca spagnolo. Gli over 60 privi di compromissione della funzione fisica che sono stati seguiti sia da un punto di vista alimentare sia di prestazioni fisiche quotidiane fanno parte dei circa 3.000 partecipanti alla coorte Seniors-ENRICA e oltre ad analizzare le abitudini alimentari sono state osservate agilità, mobilità e funzione degli arti inferiori.

La carne si conferma una fonte importante di proteine di alta qualità, nonché fonte di vitamine del gruppo B, e una maggiore assunzione è stata associata a un migliore funzionamento fisico e ad altre condizioni legate all'età, come la forza muscolare e la fragilità tra le popolazioni più anziane. In questa popolazione, il consumo medio era 35,0 grammi al giorno per la carne lavorata, 31,9 grammi al giorno per la carne rossa e 33,8 per il pollame e nei 5 anni di studio un aumento di 100 grammi al giorno nel consumo di carne lavorata è stato associato a un rischio superiore del 23% di agilità ridotta, mentre il consumo di carni rosse e pollame non era associato alla limitazione dell'agilità. Sempre solo il consumo più elevato di carne lavorata è stato anche associato alla compromissione della funzionalità dell'arto inferiore. La sostituzione della carne lavorata con pesce, legumi, latticini o noci era associata a un ridotto rischio di compromissione funzionale. Per i ricercatori la spiegazione di questa correlazione si trova nell'aumento dell'infiammazione per l'elevato contenuto di saturi e trans grassi che può successivamente ridurre il funzionamento fisico. Inoltre sodio e nitriti possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari attraverso l'aumento della pressione sanguigna e la disfunzione endoteliale. Questa ipotesi è supportata perché il rischio di compromissione della funzione fisica si è ridotto quando la carne trasformata è stata sostituita da altre fonti proteiche.

Silvia Ambrogio

Fonte: Nutrizione33



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