Api, vespe e calabroni: cosa fare se si viene punti

01 agosto 2020
Aggiornamenti e focus

Api, vespe e calabroni: cosa fare se si viene punti



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Ogni anno, soprattutto durante i mesi estivi, numerose persone di ogni età vengono punte da api, vespe e calabroni. Il veleno rilasciato da questi insetti stimola la sintesi di istamina e subito dopo si crea la reazione classica, ovvero la rapida formazione di un rigonfiamento arrossato di circa 2-3 centimetri nell'area interessata dal fenomeno, accompagnato da una sensazione di scottatura particolarmente dolorosa.

Come correre ai ripari


Se a lasciare il segno è stata un'ape, occorre rimuovere al più presto il pungiglione che, essendo dotato di piccoli uncini, rimane ancorato alla cute quando l'insetto vola via ed è visibile come un puntino nero sporgente al centro della zona colpita. Attenzione però a non usare unghie o pinzette nel tentativo di estrarlo: c'è il rischio di schiacciare il sacco velenifero attaccato alla sua base, che così continuerà a rilasciare veleno. Invece può essere utile usare qualcosa di sottile (come la lama di un coltello dalla parte che non taglia, una limetta per unghie, la carta del bancomat...) per fare leva delicatamente contro di esso, in modo da sollevarlo finché non esce completamente. Prima e dopo l'asportazione del pungiglione, detergere bene l'area colpita (con acqua ossigenata o anche solo con acqua e sapone), dopodiché, per calmare gonfiore e dolore, applicare sulla parte, per 15-30 minuti, un impacco freddo (vanno bene i classici cubetti di ghiaccio avvolti in un asciugamano o, al limite, una lattina gelata), cui può fare seguito l'uso locale di creme capaci di contrastare rapidamente la reazione infiammatoria e alleviare il prurito (sono farmaci di automedicazione che spesso contengono ingredienti come idrocortisone , anestetici locali o antistaminici . Vespe e calabroni, invece, non perdono il pungiglione ma possono infliggere punture più volte di seguito. Per combattere dolore e gonfiore la terapia da adottare è sempre la stessa: pulire la ferita, fare un impacco freddo e applicare una crema topica.

Il decalogo per non rischiare


1. Api, vespe e calabroni tendono a reagire se infastiditi, perciò non fare movimenti bruschi in loro presenza.

2. Evitare di indossare abiti di colore sgargiante o con disegni floreali che possono funzionare da richiamo per questi insetti, così come le essenze profumate, soprattutto se dolci o intense, contenute nei prodotti cosmetici (creme, deodoranti, shampoo, lacche per capelli...).

3. Usare cautela quando si lavora o si fa sport all'aperto: il sudore richiama gli insetti, aumentando il rischio di punture.

4. Nelle aree a rischio proteggersi adeguatamente, indossando maglie e pantaloni lunghi ed evitando di muoversi a piedi scalzi.

5. Quando si fa un pic nic en plain air, evitare le bevande dolcificate e non lasciare scoperti gli alimenti.

6. Fornirsi di insetticidi da tenere anche in macchina.

7. Conservare con cura e ben chiusi i rifiuti domestici ed evitare le aree adibite alla loro raccolta.

8. Applicare le zanzariere alle finestre di casa che fungono da barriera per tutti gli insetti.

9. Far bonificare da personale specializzato eventuali nidi nei pressi della propria abitazione (solai, sottotetti, cassonetti delle tapparelle, cassette contatori sono solitamente le parti dell'edificio preferite da vespe e calabroni).

10. Chi è a rischio di shock anafilattico dovrebbe sempre portare con sé un autoiniettore di adrenalina , il farmaco salvavita essenziale per poter contenere immediatamente i sintomi e consentire un più agevole ricovero in ospedale.

Claudio Buono




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