Una dieta ricca di flavonoli rallenta il declino cognitivo

10 dicembre 2022
Aggiornamenti e focus

Una dieta ricca di flavonoli rallenta il declino cognitivo



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Le persone che assumono più alimenti che contengono flavonoli antiossidanti, come frutta e verdura, tè e vino, possono avere un tasso di declino della memoria più lento, secondo uno studio pubblicato su Neurology.

«I flavonoli sono un tipo di flavonoidi, un gruppo di sostanze fitochimiche presenti nei pigmenti vegetali noti per gli effetti benefici sulla salute. Il nostro studio dimostra che fare scelte dietetiche specifiche può portare a un tasso più lento di declino cognitivo» afferma Thomas Holland, del Rush University Medical Center di Chicago, che ha diretto il gruppo di lavoro. 

I ricercatori hanno studiato, per un periodo medio di sette anni, 961 persone con un'età media di 81 anni senza demenza, e hanno chiesto loro di compilare un questionario ogni anno sulla frequenza con cui consumavano determinati alimenti. I partecipanti hanno anche completato annualmente test cognitivi e di memoria, come ricordare elenchi di parole o numeri, e metterli nell'ordine corretto. 

Sono state anche chieste informazioni su altri fattori, come il livello di istruzione o il tempo trascorso facendo attività fisica e attività mentalmente coinvolgenti. La popolazione dello studio aveva un'assunzione dietetica media di flavonoli totali di circa 10 mg al giorno, e le persone sono state divise in cinque gruppi in base alla quantità di flavonoli che consumavano. 

La dieta del gruppo con assunzione più bassa conteneva circa 5 mg al giorno e quella del gruppo con consumo più elevato 15 mg al giorno. Per determinare i tassi di declino cognitivo, i ricercatori hanno utilizzato un punteggio cognitivo globale riassuntivo di 19 test. Dopo aver aggiustato per altri fattori potenzialmente confondenti, come l'età, il sesso e il fumo, i ricercatori hanno scoperto che il punteggio cognitivo delle persone che avevano il più alto apporto di flavonoli diminuiva a un tasso di 0,4 unità per decennio più lentamente rispetto alle persone che ne consumavano di meno. 

Gli esperti suggeriscono che questo possa essere dovuto alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie intrinseche dei flavonoli. Lo studio ha anche valutato il singolo apporto di alcuni costituenti della classe dei flavonoli, ovvero kaempferolo, quercetina, miricetina e isoramnetina, osservando che il kaempferolo era il componente legato a migliori risultati, mentre l'isoramnetina e la miricetina non risultavano associate alla cognizione.


Fonte: Doctor33


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