Psicofarmaci

30 novembre 2005

Psicofarmaci


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27 novembre 2005

Psicofarmaci

caro dottore la mia non è una richiesta di diagnosi ma una delucidazione!
Mio fratello è nato con un ritardo psico motorio probabilmente dovuto alla mancanza di ossigeno durante la gravidanza. Quando aveva solo pochi mesi ha avuto una crisi che i medicihanno definito epilettica. . . . A hanno cominciato auna terapia con vari farmaci come mogadon e gardenale e valium. Da allora non ha più avuto crisi epilettiche e i tracciati EEg hanno riportato solo "un'ipotetica lieve predisposizione alle crisi epilettiche". Ma hanno continuato a somministrare questi farmaci fino ad oggi, quindi per 28 anni!!!!
Questo perchè ha continuato ad avere delle crisi che sembrerebbero di tipo nervoso con un totale irrigidimento della muscolatura, tremore, sudorazione e crisi di pianto che oggi possono durare anche più di 2 ore.
I neurologi che lo hanno seguito in questi hanni non hanno capito da cosa possono derivare, soprattutto perchè i sui tracciati EEG sono buoni e non presentano alterazioni!
Allora le chiedo : ha ancora senso continuare a somministrargli questi farmaci che ormai non hanno più alcun effetto sedativo?
Ma soprattutto non potrebbero essere stati questi ultimi la causa di questo aggravamento?
Spero di ricevere una sua risposta. . . Almeno per avere un ulteriore parere sull'argomento, senza pretese di risoluzione del problema!
La ringrazio anticipatamente

Vanessa

Risposta del 30 novembre 2005

Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI MIGLIACCIO


Gentile signora Vanessa,
credo che la situazione clinica di Suo fratello debba essere riconsiderata soprattutto a riguardo della terapia e cioè se e come continuarla.
Non ho però elementi sufficienti per poterLe dare qui un parere. Sicuramente se gli EEG eseguiti in serie per un certo periodo di tempo risultano nella norma o comunque non significativi, se il dosaggio dei farmaci anticomitiali risultasse al di sotto del range terapeutico, se per almeno tre anni non si osservassero più crisi, allora bisognerà valutare la possibilità di una graduale sospensione.
Non posso neanche esprimermi su quelle "crisi" che Lei riferisce di tipo nervoso. Probabilmente lo sono e pertanto come tali andrebbero trattate.
Le consiglio di consultare un neurologo epilettologo e uno psichiatra per valutare lo stato psicologico di Suo fratello verosimilmente stressato da una situazione che non accetta.
Mi faccia sapere
Cordialmente

Dott. Giovanni Migliaccio
Medico Ospedaliero
Specialista in Neurochirurgia
MILANO (MI)



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