Si possono amare due persone?

11 luglio 2006

Si possono amare due persone?


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29 giugno 2006

Si possono amare due persone?

Sono una donna di 45 anni, sposata da 25 anni (per Amore e con Amore) una figlia di 23, desiderata subito da entrambi appena sposati. Lei ora, già lavora e convive. Di recente ci siamo ritrovati ad affrontare un lungo periodo di difficoltà economica: la ditta dove lavorava mio marito ha chiuso per fallimento. La consueguenza di ciò, visto che mio marito ed io siamo coetanei, è stata la quasi impossibilità di ricollocarsi nel mondo del lavoro che predilige i giovani al di sotto dei 30 anni, a questo ha fatto seguito una forte sua depressione che è sfociata in impotenza sessuale e perdita dell'autostima. Io ho cercato in tutti i modi di non fargli pesare la situazione, convincendolo positivamente che le cose sarebbero cambiate e in meglio, stimolandolo nella ricerca di nuovi interessi (corsi per tecnico di PC suo hobby, e altro. . ) per avere anche sbocchi lavorativi diversi da quelli precedenti. Ho cercato (a torto?) di presentarmi ai suoi occhi sempre serena e positiva. Nel frattempo però, cominciavo a sentire il peso del dover sostenere da sola tutta la situazione sia in casa che fuori. Ho genitori anziani, con mio padre disabile da accudire. Una sorella malata di depressione da circa 8 anni e un lavoro sempre più pressante e stressante (studio di commercialisti). Nel frattempo, forse per uscire da una certa pesante routine e con pochi spazi liberi personali, ho cominciato a corrispondere con molte persone tramite e-mail. Tra le altre ho conosciuto un uomo molto interessante. Ci siamo scritti per circa un anno, poi abbiamo deciso di comune accordo di vederci, abitando entrambi nella stessa città. Ho trovato in lui dapprima l'amico, poi l'uomo con cui si è instaurato un bel rapporto di complicità, affetto, amore. E' un uomo con un bel carattere, di cultura, attento e corretto. E qui che inizia questo mio senso di dicotomia. Entrambi siamo sposati, nessuno dei due ha interesse o volontà di creare difficoltà nel matrimonio dell'altro. Non è questo il nostro fine. E', la nostra, una parentesi quotidiana piacevolissima di scambio di pensieri, umorismo, un affinità intellettuale e di pelle, cui siamo approdati ognuno per motivi personali diversi. Ma tutto finisce qui. Io sono pienamente consapevole che voglio continuare a vivere per, e con, mio marito perchè lo amo. Che questo nuovo rapporto mii fa sopportare meglio i problemi presenti, mi dà energia e autostima e mi pemette di aiutarle meglio mio marito. D'altra parte però, l'educazione "morale" instillata fin da piccola, mi fa vivere questa specie di seconda vita con una certa ansia. Non trovo via d'uscita nè soluzione. Anche perchè, conoscendo mio marito, so che non accetterebbe nè capirebbe questo "particolare" rapporto. Gradirei veramente un Suo consiglio o meglio ancora una spiegazione a tutto questo. Odio sentirmi una mosca bianca. Ho bisogno di pensare che questa particolare esperienza non si successa solo a me.

Risposta del 11 luglio 2006

Risposta a cura di:
Dott. GASPARE PALMIERI


credo che la sua sia una situazione molto frequente. pensare di poter vivere una storia parallela senza Ansia è impossibile nella nostra società cattolica e monogamica.
credo che lei sia molto consapevole della sua situazione e che le sia chiaro il motivo per cui ha cercato altrove quello che non trovava in casa. il consiglio è quello di spingere suo marito a curarsi e a non dover affrontare la situazione tutta da sola.

Dott. Gaspare Palmieri
Casa di cura convenzionata
Specialista attività privata
Specialista in Psichiatria
MODENA (MO)



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