Sostanze tra i giovani che non lasciano traccia e portano al suicidio

20 settembre 2006

Sostanze tra i giovani che non lasciano traccia e portano al suicidio


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17 settembre 2006

Sostanze tra i giovani che non lasciano traccia e portano al suicidio

Gentile Dott. Ssa Baldo, Le riscrivo in merito alla domanda “Antidepressivi che portano al suicidio” dell’8/09 e alla sua risposta dell’11/09/2006. Concordo con Lei: le punture di samyr non possono aver scatenato in quella persona (che ora Le preciso, una ragazza di 22 anni che soffriva soltanto di una “leggera” depressione) la malattia mentale manifestatasi all’improvviso, nell’arco di 15 giorni, con il delirio, comportamenti maniacali, follia e suicidio. Al più le punture di samyr possono aver causato in lei un eccessivo stato di eccitazione, tanto da causarle l’insonnia durata circa una settimana (cosa che però, di per sé, non è affatto positiva!). Adesso aggiungo ulteriori particolari: circa 11 giorni prima della sua morte, la ragazza uscì con un’”amica” e la mattina seguente si risvegliò in stato confusionale: piangeva e non ricordava esattamente cosa fosse successo la sera precedente. Disse solo che, nel locale in cui erano, l’”amica” le aveva portato un’aranciata che aveva un sapore strano, che la guardava ridacchiando da dietro una colonna mentre due tizi sconosciuti le tenevano la mano - poi buio assoluto - e che, al ritorno, faticò quando salì le scale di casa. Dopo circa 2 giorni da questo episodio la ragazza cominciò a dire che non era normale, che non lo era mai stata; temeva l’”amica” e temeva di essere ricoverata in un istituto psichiatrico perché alternava momenti di lucidità a momenti di delirio. E poi l’epilogo: 11 giorni dopo quell’uscita serale, si tolse la vita con un gesto folle. Naturalmente allora feci aprire un’inchiesta c/o i carabinieri ma dall’autopsia (dall’esame dei liquidi e dei capelli), non trovarono traccia di alcuna sostanza. Riscontrarono che era ancora vergine ma le trovarono un taglio di 3 cm di profondità sul pube già cicatrizzato che doveva risalire a circa 10/15 giorni prima (e non poteva trattarsi di auto-mutilazione perché cominciò a manifestare segni di squilibrio soltanto 9/10 giorni prima; ma 11 giorni prima era uscita con l’”amica” …). La domanda che Le rivolgo è: anche in Lei è sorto un ragionevole dubbio che la ragazza abbia potuto assumere a sua insaputa qualche sostanza che le ha scatenato la malattia mentale portandola al delirio, alla follia e al suicidio oppure anche Lei concorda con gli altri specialisti che, allora, mi dissero che l'equilibrio mentale di una persona si può rompere da un momento all’altro (anche in noi!) anche senza alcun fattore esogeno scatenante? So che purtroppo esistono casi analoghi; so che esistono sostanze che circolano tra i giovani che portano al suicidio e che non lasciano alcuna traccia (lo sentì dire un paio di anni dopo, circa 8 anni fa’, da Alberto Bevilacqua). Ma la ricerca e la medicina si sono evolute in proposito? Sono stati messi a punto speciali esami in grado di rintracciare queste eventuali sostanze? Immagino che Lei abbia capito che non mi arrenderò mai. Voglio fare luce sull'accaduto. La ringrazio di nuovo e le porgo i miei distinti saluti.

Risposta del 20 settembre 2006

Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO


Rispondo alla sua drammatica lettera anche se esula da senso di questa rubrica che dovrebbe servire a dare orientamenti ai diretti interessati circa le terapie da seguire. Rispondo volentieri perchè lei solleva un problema veramente drammatico e, purtroppo, di interesse comune.
Non voglio entrare nel merito del caso perchè non ho elementi.
Posso solo dire che proprio attorno ai venti anni molti giovani manifestano all'improvviso segni dissociativi.
Tutta l'adolescenza è una fase a rischio perchè in questa parte della vita si "riaprono" nella psiche aspetti inconsci molto delicati relativi alla costruzione dell'identità. Non sto parlando dei problemi relazionali con genitori e ambiente, sto parlando di aspetti inconsci che il più delle volte sfuggono all'osservazione.
Spesso accade che giovani, fino a quel momento apparentemente "normali", inizino a tenere comportamenti bizzarri o violenti o deliranti. Certamente l'assunzione di sostanze può far precipitare questa situazione che però era già presente "in nuce". Sono molto frequenti i comportamenti autolesionisti che il più delle volte sono dissimulati e nessuno ne viene a conoscenza, fino a quando non sfociano in atti altamente drammatici.
Dalla sua descrizione sembrerebbe ipotizzabile una dissociazione con aspetti paranoidi, ma evidentemente la ragazza manifestava già qualche segno di disagio se le è stato prescritto il samyr che, cone ripeto, è poco più che un ricostituente. Forse sono stati sottovalutati i segnali di disagio che a volte solo un occhio molto molto esperto può cogliere. E non basta perchè, spesso, quando il medico specialista fa presente la possibilità che si scateni una sindrome dissociativa, non viene creduto nè dal paziente nè dalla sua famiglia.
La malattia mentale fa paura a tutti e spesso si preferisce non volerne vedere i segni prodromici.
Riguardo alla presenza di sostanze che portano al suicidio credo che si dovrebbe ridimensionare la cosa e vedere il problema da un altro punto di vista e cioè: perchè mai un giovane sano deve ricorrere a determinate sostanze?Non certo per imitazione, perchè nel mondo giovanile ci sono tanti modi di divertirsi e socializzare non necessariamente attraverso lo "sballo". Dovremmo incominciare a pensare che i ragazzi che ricorrono a certe sostanze lo fanno perchè dentro hanno il vuoto o l'angoscia. Cercano cioè nelle sostanze (e allora sì anche nell'imitazione) una sorta di anestetico contro il dolore del vivere. Sono propensa a credere che i suicidi non siano provocati dalle sostanze, ma dal male interiore che non viene riconosciuto e non può essere detto. Non siamo forse noi adulti i primi a chiedere ai ragazzi di essere "bravi" a scuola, efficienti, sorridenti, socializzati, allegri, disinvolti, pronti a "fare carriera"? Come se adulti noi per primi non volessimo affrontare il tema del dolore, del fallimento, del "non essere i primi"?
Sono considerazioni di ordine generale.
Purtroppo la ragazza si è tolta la vita e niente più potrà restituirla.
Forse, per dare senso a questa assurda morte, più che cercare colpevoli, sarebbe meglio fare qualcosa per evitare che altre morti si aggiungano a questa.

Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
Specialista in Psicologia
BRESCIA (BS)



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