Diffusa e invalidante

14 marzo 2008
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione

Diffusa e invalidante



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La depressione è un importante problema di salute pubblica e una delle principali cause di malattia nel mondo. Un dato di fatto ormai assodato che i numeri confermano in maniera cruda. Si stimano 120 milioni di persone al mondo che soffrono della malattia. In Europa ne sarebbero affetti oltre 23 milioni di individui, 6 in Italia. E quattro pazienti su dieci non ricevono il trattamento di cui hanno bisogno. In più la depressione è causa di circa il 40% dei casi di invalidità per patologie psichiatriche nelle donne e del 30% degli uomini; inoltre si prevede che nel 2020 sarà la seconda causa di disabilità dopo le patologie cardiovascolari. Ma nel complesso l'Italia risulta, come hanno largamente riportato le agenzie negli ultimi giorni, uno dei paesi europei fra i meno depressi e ansiosi. A dirlo sono i dati dello European Study of the Epidemiology of Mental Disorders (Esemed) al quale hanno preso parte sei paesi europei (Italia, Belgio, Francia, Germania, Olanda e Spagna), realizzato nell'ambito della WHO World Mental Health Survey Iniziative, al quale partecipano più di 30 paesi diversi. E sempre nell'ambito della stessa indagine un recente studio pubblicato su Lancet ha rivelato come la depressione produca il principale decremento di salute in relazione ad altre quattro malattie croniche come artrite, angina, asma e diabete. Per non parlare delle eventuali comorbidità.

Depressi troppo a lungo


I numeri per cominciare. Si diceva dell'Italia dove la prevalenza generale della malattia è piuttosto bassa, del 7,3%. Ma d'altro canto nel nostro paese ci sono anche tempi particolarmente lunghi per il trattamento. In pratica dal primo contatto con il medico, sia esso di medicina generale o specialista, fino al miglioramento dei sintomi possono passare decenni. Più colpite dai disturbi mentali sono le donne, casalinghe in particolare, ma anche disabili, divorziati e disoccupati sono categorie a forte rischio. Per quanto riguarda l'età di comparsa della patologia in genere è piuttosto precoce, tra i 25 e i 30 anni. Ma la terapia, come sottolineato in precedenza, può durare molto a lungo. Due i problemi principali: scarsa tempestività e scarsa specificità della cura. Il 13% del campione analizzato aveva assunto nell'anno precedente all'intervista almeno uno psicofarmaco, mentre la percentuale di coloro che si sono rivolti almeno una volta a un servizio sanitario per un problema psicologico è molto bassa, il 3%. Il fatto è che si fa poco ricorso ai servizi sanitari, ma anche perché i servizi latitano. Il medico di base finisce così per essere una figura centrale nella gestione dei disturbi mentali comuni. Eppure, come spiega lo studio coordinato dall'OMS, la depressione è una malattia che può minare la salute anche nel fisico al pari dei disturbi cardiovascolari gravi o del diabete. Da non sottovalutare, perciò.

Eppure incide


Nonostante questa evidenza, però, la depressione, così come altri disturbi mentali, non è ritenuta al pari di altre malattie croniche. Un fatto che è alla base della mancata parità, osservano gli autori, tra disturbi mentali e fisici in termini di accesso alle cure. I dati riportati dallo studio, invece, testimoniano come la depressione incida sulla salute pubblica tanto quanto altre malattie croniche, dall'angina al diabete. Anzi di più. Non solo, la comorbidità con la depressione, nelle persone già affette da malattie croniche, aggrava il quadro clinico e riduce le possibilità di guarigione. In particolare nel caso del diabete. Ecco perché, concludono gli esperti OMS, la malattia dovrebbe diventare una priorità di sanità pubblica, con l'obiettivo di eliminare lo stigma e con una maggiore attenzione nel caso di pazienti cronici a programmi e cure che favoriscano il benessere mentale dell'individuo.

Marco Malagutti



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