Covid-19 o raffreddore? Cosa fare? Intervista al pediatra Alberto Ferrando

09 ottobre 2020
Indicazioni e comportamenti

Covid-19 o raffreddore? Cosa fare? Intervista al pediatra Alberto Ferrando



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Il tampone rino-faringeo per la ricerca del virus Sars-Cov-2 è un utile strumento di tracciamento dei contagi. Effettuarlo ai bambini che presentano sintomi è necessario, perché non è possibile distinguere con una visita medica il Covid19 da una diversa infezione respiratoria.

Il bambino ha il raffreddore, o qualche linea di febbre: in tempo pre-Covid-19 non sempre si avvisava il pediatra, mettendo in atto l'automedicazione. Cosa si deve invece fare quest'anno in tempo di pandemia? «Il tampone va fatto anche se c'è un 'semplice' raffreddore» spiega Alberto Ferrando, pediatra della Associazione Pediatri extraospedalieri della Liguria, e autore del manuale 'Primo soccorso pediatrico' (Edizioni Lswr) «però va chiarito cos'è un raffreddore: si tratta di una infezione delle vie aeree superiori, non sono due starnuti, ma una serie di segnali come: congestione nasale, naso tappato con rinorrea, cioè che cola, occhi infiammati».

Covid-19 o raffreddore? Ai primi sintomi avvisare il pediatra


Siamo stati abituati nel periodo pre-Covid-19, anche con i bambini, ad aspettare che passi, al massimo effettuando frequenti lavaggi nasali. «Il problema sorge quest'anno con la presenza del virus Sars-Cov-2». Infatti, spiega il pediatra «il raffreddore è una infezione virale, causata da rinovirus, ma anche da coronavirus, tra i quali, oltre a quelli minori, che non causano problemi, c'è anche il nuovo Sars-Cov-2». Per questo motivo, sottolinea Ferrando «è necessario fare il tampone anche con il 'semplice' raffreddore. Perché ad oggi non possiamo distinguere con segni clinici, cioè con la sola osservazione e visita del bambino se si tratta di un raffreddore sintomo della Covid-19 o di un raffreddore da rinovirus. L'unico modo per stabilirlo con certezza è quello di fare il tampone naso-faringeo».

Covid-19: la strategia delle tre T: testare, tracciare, trattare


Questo permette di mettere in atto la strategia delle tre T: testare, tracciare, trattare. «Ma io ne aggiungo un'altra» afferma Ferrando «la T di testa: devono usare la testa i pediatri, ma anche i genitori. Il mio appello ai genitori è di non dire 'faccio finta di niente' e non chiamare il pediatra per evitare il tampone». Va ricordato che il tampone deve essere richiesto dal Pediatra di libera scelta, quello che fa capo alla Asl, e salvo disguidi l'esito viene dato entro 24 ore circa.

I sintomi per i quali deve essere avvisato il pediatra sono: rinorrea con congestione nasale, mal di gola, temperatura sopra i 37.5°C, tosse, difficoltà respiratoria, perdita di gusto e olfatto (più difficile da determinare nei piccoli) e nei bambini anche la diarrea. Ricordiamo che i conviventi del bambino, quindi genitori e fratelli, in attesa del risultato del tampone, non sono soggetti a isolamento. Se il tampone risulta invece positivo, si attua la quarantena per tutti i contatti stretti.

Il tampone per Sars-Cov-2, come viene fatto

Il tampone faringeo o naso-faringeo è un esame rapido sia per gli adulti che per i bambini: si esegue in pochi secondi. Viene effettuato tramite un bastoncino con una sorta di cotton fioc alla sua estremità. Il bastoncino viene quindi inserito, nella bocca (tampone faringeo); nel naso (tampone naso-faringeo) del bambino.

Il test è semplice, ma non può essere fatto da chiunque, deve essere eseguito da personale addestrato e protetto da mascherina, guanti, occhiali e camice monouso. Ciò è fondamentale perché il tampone viene fatto, nella maggior parte dei casi, a bambini o adulti che hanno sintomi. Su ogni campione deve essere apposta un'etichetta riportante 1. nome cognome e data di nascita del paziente; 2. data del prelievo; 3. tipo di campione.

Covid-19: il tampone è sicuro

Sui social e su alcune testate online si è parlato di danni fisici ed anche psicologico dovuti a tamponi naso-faringei nei bambini: ma questa procedura può essere pericolosa per i bambini? «Ho letto di articoli allarmanti di bambini che hanno riportato danni, anche gravi, alla mucosa nasale o di traumi psicologici. Mi sono documentato sulla letteratura attuale mondiale, e di quanto riferito, non ho trovato assolutamente nulla. Solo negli Stati Uniti sono stati fatti 500mila tamponi e non sono state descritte lesioni di alcun tipo. Tutti noi pediatri vorremmo evitare il più possibile di fare esami ai bambini, ma in questo momento con una pandemia in corso, con un milione di morti nel mondo, serve il tracciamento» e aggiunge Ferrando «è vero che il tampone per i bambini è un esame invasivo, ma molto meno per esempio di un prelievo venoso. Chi fa il tampone è addestrato a farlo, la possibilità che si rompa e rimanga nel naso è altamente improbabile». Per la parte psicologica, cerchiamo il più possibile di tranquillizzare il bambino spiegando che si tratta solo di un piccolo fastidio.

Chiara Romeo



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