Disagio, terapia e gruppi di auto-aiuto

13 giugno 2005

Disagio, terapia e gruppi di auto-aiuto


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11 giugno 2005

Disagio, terapia e gruppi di auto-aiuto

Sono Davide, un giovane di quasi 36 anni, affetto da 14 anni da ansia, crisi depressive e attacchi di panico con problematiche irrisolte a livello sessuale (omosessualità). Di recente, attraverso una serie di test (SCID II, BOCS, differenziale depressivo; MMPI-2), mi hanno diagnosticato un disturbo evitante e un disturbo ossessivo compulsivo della personalità con fobia sociale, tutti fattori che mi bloccano nel concludere gli studi universitari, negli spostamenti, nel trovare un impiego e nel processo di socializzazione. Ho seguito, a cadenza settimanale (4 aprile – 10 giugno 2005), 10 sedute private di terapia individuale cognitivo-comportamentale presso un neuropsichiatra, ma, visti gli scarsi risultati, la mia incapacità reattiva e l'instaurarsi di una sfiducia reciproca, ho preferito interrompere gli incontri di comune accordo con il medico che, però, mi ha consigliato di proseguire l'attuale terapia farmacologica così strutturata: a) Rivotril 2 mg: 1/2 compressa il mattino, 1/2 compressa a mezzogiorno, 1 compressa la notte e 1/2 compressa al bisogno; b) Cipralex 10 mg (farmaco usato in precedenza) a scalare: 1 compressa per 5 giorni la notte, 1/2 compressa per i 5 giorni successivi la notte e poi sospensione totale; c) Faxine 75 mg: 1 capsula per 2 giorni la notte, 2 capsule per 2 giorni la notte, infine 3 capsule ogni giorno (in concomitanza con la riduzione di Cipralex 10 mg). Ecco i miei quesiti: 1) l'attuale terapia farmacologica, a vostro giudizio, potrebbe essere efficace e corretta nel dosaggio? 2) ritenete che debba proseguire sulla via delle sedute presso un altro consulente e, in caso affermativo, mi sapreste indicare la terapia/le terapie per me più adatte? 3) ritenete che i gruppi di auto-aiuto mi potrebbero servire e, in caso affermativo, mi sapreste segnalare qualche organizzazione operante a Milano? 4) esistono libri che mi potrebbero aiutare a comprendere meglio i miei problemi e ad apprendere tecniche di rilassamento? Vi ringrazio della vostra attenzione e resto in attesa di una vostra risposta. Cordiali saluti.

Risposta del 13 giugno 2005

Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO


Dalla descrizione che fa del suo problema direi che forse sarebbe il caso di rivolgersi ad un analista per una terapia di tipo analitico, cioè una psicoterapia che vada alla radice delle cause del suo disturbo e la aiuti a "ristrutturare" le emozioni e ad organizzarle in modo più armonico.
Senza poterla valutare direttamente non mi sento di pronunciarmi sulla terapia farmacoloigica e soprattutto sulla posologia che le è stata consigliata.
I gruppi di autoaiuto a volte funzionano molto bene anche se una vera e propria terapia va effettuata presso uno specialista competente.

Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
Specialista in Psicologia
BRESCIA (BS)



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