Antibioticoresistenza, disponibile un nuovo farmaco

01 giugno 2018
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Antibioticoresistenza, disponibile un nuovo farmaco



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Il fenomeno della resistenza agli antimicrobici (AMR-antimicrobial resistance), conosciuta anche come antibiotico-resistenza, è diventato un problema di notevoli dimensioni, anche perché sono pochissime le nuove molecole scoperte negli ultimi anni mentre l'utilizzo di antibiotici in tutti i Paesi è in ascesa continua e spesso se ne fa un uso improprio. Basti dire che negli ospedali dell'Unione Europea oltre la metà degli antibiotici viene usato senza che sia veramente necessario o in modo inappropriato; a ciò si aggiunge che in Europa il consumo di antibiotici specifici per il trattamento delle infezioni multi-resistenti è raddoppiato tra il 2010 e il 2014.

Batteri resistenti


È definita antibiotico-resistenza la capacità tipica dei batteri di rendersi resistenti agli antibiotici. I batteri mostrano da sempre un'enorme capacità di sopravvivenza, essendo capaci di mettere in atto e trasmettere meccanismi di difesa molto sofisticati per contrastare gli antibiotici che dovrebbero ucciderli. Alcuni di questi meccanismi rendono i batteri resistenti a diverse classi di antibiotici e rappresentano una drammatica emergenza.
In Italia il problema delle resistenze agli antibiotici è particolarmente critico; la percentuale di Klebsielle resistenti ai carbapenemi, antibiotici di ultima scelta, è arrivata a superare il 30%. Le sole infezioni ospedaliere causano ogni anno nel nostro Paese tra i 4.000 e i 7.000 decessi. Tutto ciò ha portato a considerare i batteri Gram-negativi come i 'nemici numero uno' della sanità pubblica, in particolare dei pazienti ospedalizzati.

Spiega Claudio Viscoli, Direttore Clinica Malattie Infettive Università di Genova e Policlinico San Martino e Presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva (SITA): «le strategie che si possono mettere in atto per controllare la loro diffusione, oltre allo sviluppo di nuovi e più attivi antibiotici, sono fondamentalmente quattro:

  • prima di tutto dobbiamo conoscere l'entità del fenomeno, quanto è diffuso e dove;
  • certamente poi dobbiamo controllare la trasmissione da paziente a paziente di questi patogeni, tramite quello che viene chiamato 'infection control', a livello delle strutture sanitarie;
  • il buon uso, l'uso prudente e razionale degli antibiotici, per contrastare le infezioni e ridurre al minimo la pressione selettiva che seleziona i batteri resistenti, strategia nota come antimicrobial stewardship;
  • infine, migliorare e rendere più rapida ed efficiente la diagnostica microbiologica».

Le resistenze antimicrobiche sono legate a molteplici rischi: quali la riduzione delle possibilità di prevenire e trattare molte infezioni batteriche comuni come infezioni delle vie urinarie, del sistema respiratorio, dell'apparato gastro-intestinale; l'aumento della durata dei ricoveri, l'aggravarsi delle malattie e delle complicanze soprattutto in soggetti fragili, immunodepressi o sottoposti a interventi chirurgici, chemioterapia o trapianti; l'aumento dei decessi e dei costi socio-sanitari.


Un nuovo farmaco


Una nuova terapia antibiotica è disponibile anche in Italia, in regime di rimborsabilità. Ceftazidima/avibactam, è un farmaco ospedaliero sviluppato per il trattamento di gravi infezioni da batteri Gram-negativi resistenti clinicamente rilevanti, è una combinazione di ceftazidima, una cefalosporina di III generazione, e avibactam. I due principi attivi lavorano in sinergia: infatti l'avibactam è capace di ripristinare e ampliare l'azione anti-infettiva di ceftazidima contro i patogeni.


A cura di:
Chiara Romeo



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