01 gennaio 2000
Aggiornamenti e focus
Vacanze sicure in montagna
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Informarsi e prepararsi al nuovo ambiente. Sono queste le chiavi per una vacanza ad alta quota in tutta sicurezza secondo Melissa Tabor, che insegna medicina dello sport e principi e pratiche osteopatiche al Nova southeastern university college of osteopathic medicine di Fort Lauderdale, in Florida.
«Non importa quanto una persona sia atletica, quando si passa dal livello del mare a una altitudine maggiore è necessario prepararsi» ribadisce Tabor, che poi precisa come i problemi legati all'alta quota si manifestino in modo e in misura diversa in ciascun individuo, ma siano più probabili nelle persone con meno di 50 anni, soprattutto le donne e gli uomini più giovani. E non sempre si tratta solo di sintomi lievi. Come ha spiegato l'esperta nel corso di un recente meeting dell'Associazione americana di osteopatia a Seattle, dal momento che il "mal di montagna" crea problemi a livello cerebrale, è importante fare attenzione al mal di testa, soprattutto se associato a sintomi come nausea e/o vomito, stanchezza, disturbi del sonno o scarso appetito. «Se non curati, i disturbi legati all'altitudine possono portare confusione, incapacità di camminare, fiato corto e, nei casi più estremi possono anche essere fatali» dice Tabor che però aggiunge: «Per fortuna il trattamento è semplice: spostarsi a quote più basse».
Ma ecco alcuni consigli pratici per godersi le vette in tutta sicurezza:
1. Abituarsi all'altitudine: meglio arrivare nelle località ad alta quota almeno una settimana prima di qualunque attività particolarmente impegnativa. Se il tempo non lo permette, anche un paio di giorni possono essere d'aiuto.
2. Pianificare e informarsi: tramite i siti web delle mete da raggiungere si possono raccogliere informazioni preziose sulle attività da svolgere e anche sul tipo di abbigliamento più adatto.
3. Salire in quota lentamente: sono disponibili diverse linee guida sulla prevenzione e il trattamento del mal di montagna, incluse indicazioni su come salire in quota.
4. Ascoltare il proprio corpo: le risposte all'altitudine sono diverse da persona a persona, ma in caso di mal di testa o altri sintomi, è meglio interrompere la salita e se i sintomi non passano in 3 o 4 ore è necessario scendere a bassa quota.
5. Aumentare l'idratazione: un corpo ben idratato risponde meglio alle sfide legate all'altitudine.
«In alcuni casi si può anche prendere in considerazione l'idea di portare con sé una camera iperbarica portatile ed è bene parlare con il proprio medico, che potrà in alcuni casi prescrivere trattamenti preventivi in base alla località che si intende raggiungere o alla storia personale del paziente» conclude Tabor.