Virus respiratorio sinciziale, facciamo chiarezza. Intervista alla Prof.ssa Staiano, presidente SIP

01 novembre 2021
Interviste

Virus respiratorio sinciziale, facciamo chiarezza. Intervista alla Prof.ssa Staiano, presidente SIP



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I casi di infezione sembrano aumentare tra i neonati. Quali sono gli aspetti da tenere sotto controllo e le misure di prevenzione?


Dica33 ha intervistato Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria.

L'infezione è balzata pressoché improvvisamente alla attenzione dei media, ma ogni anno si verificano picchi di infezioni da virus respiratorio sinciziale. E' così?
Il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) è un virus estremamente comune, che colpisce l'apparato respiratorio di soggetti di qualunque età, ma da manifestazioni più importanti nei primi anni di vita. Si calcola che quasi tutti i bambini entro il 4° anno di vita vengano contagiati dal VRS. Le epidemie si verificano con cicli annuali, generalmente in inverno o all'inizio della primavera.

La situazione è effettivamente preoccupante? Vi sono un numero di casi e di ricoveri superiori alla media?
Sembrerebbe esserci un aumento, tuttavia i dati al momento sono parziali e non è ancora possibile fare una stima precisa. Chiaramente con l'aumento del numero di casi totali aumenta anche il rischio di osservare casi gravi.

E rispetto al periodo pre-pandemia?
Dall'inizio del 2020 si era registrata a livello globale una riduzione dei tassi di infezione da VRS, grazie alle misure di prevenzione per il COVID-19. Ciononostante, questo ha probabilmente causato una riduzione dell'immunità nei confronti del VRS, lasciando la popolazione maggiormente suscettibile al virus.

Cosa deve allarmare i genitori, quali sono i segnali ai quali fare attenzione?
La sintomatologia clinica della bronchiolite può variare rapidamente. Pertanto, i genitori devono essere istruiti al riconoscimento di segni e sintomi che possano indicare un peggioramento della patologia, tale da richiedere interventi terapeutici particolari. I segni di allarme da tenere in considerazione sono: riduzione dell'alimentazione, episodi di apnea, segni di affaticamento respiratorio come l'affanno, ed i rientramenti al torace e al giugulo.

Come si devono comportare?
E' importante l'interazione costante con il Pediatra curante, che saprà indirizzare la famiglia circa la possibilità di gestire il bambino a domicilio o la necessità di ricoverarlo in una struttura ospedaliera.

Quando il ricovero diventa necessario?
I sintomi suggestivi di una infezione severa sono le difficoltà respiratorie, l'aumento della frequenza respiratoria, la disidratazione e le difficoltà ad alimentarsi.

Esistono fattori di rischio per i bambini, oltre che per i nati prematuri?
I bambini nel primo anno di vita sono a maggiore rischio di manifestazioni più severe. Altri fattori di rischio sono rappresentati, ad esempio, dalle pregresse patologie cardiache o polmonari.

La prognosi: esiste un reale pericolo di vita?
Nei Paesi industrializzati ed in assenza di fattori di rischio particolari, il rischio di morte è, fortunatamente molto basso. Generalmente, più grande è il bambino e più lievi saranno i sintomi. In questi casi l'infezione da RSV di solito guarisce spontaneamente e non richiede dei trattamenti specifici o visite particolari. I sintomi possono durare una o due settimane, mentre la tosse può anche persistere più a lungo. Tuttavia, una infezione che si verifichi per la prima volta in lattanti o bambini di età inferiore ai 2 anni ha maggiore probabilità di associarsi a bronchiolite o polmonite.

Possono verificarsi conseguenze a lungo termine a carico dell'apparato respiratorio?
Una delle possibili conseguenze a lungo termine è il maggiore rischio di sviluppare asma nelle epoche successive.

Quali le possibili misure preventive?
La prevenzione è la stessa di tutte le altre patologie virali che si trasmettono per via aerea: principalmente il lavaggio delle mani, il distanziamento sociale e l'uso delle mascherine in presenza di sintomi da "raffreddore", evitare i contatti stretti tra bambini piccoli e bambini più grandi, nel caso in cui questi ultimi abbiano sintomi respiratori.

Stefania Cifani



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